E' da un po' di tempo che sono tutto "quelle cose lì": il pop un po' fighetta e chic dei vituperati anni '80. Sapete, no? Talk Talk, the Blue Nile, Prefab Sprout, Raintown e The Nightfly, le produzioni di Mike Pela (Sade e EBTG che registrano contemporaneamente nello stesso studio e con lo stesso produttore i loro debutti). Insomma, roba da vergognarsi, in questi circoli Arci dei significantissimi anni 0.

Mettiamoci anche il buon-bello Roddy Frame e i suoi Aztec Camera. Che poi io nell'83 avevo 7 anni, ero Sanremo con Toto Cutugno e Fra Cionfoli. Proprio fuori tempo massimo. Ma questo "Dreamland" è del '93 e insieme al bel Roddy fa capolino Ryuichi Sakamoto alla produzione. Magari questo vi ingolosisce un po'. Meglio non farsi troppe speranze. "Dreamland" non è un disco irrinunciabile. Si lascia ascoltare, anche riascoltare. Non è "High Land", non è "Love". Semplicemente è un disco di Frame con Sakamoto.

E' un disco fatto quando c'erano i soldi per fare i dischi. Anche quelli non bellissimissimi. C'è "Black Lucia", c'è "Spanish Horses". C'è il talento di Frame, discontinuo. E menomale! Ora ci sono talenti da una cartuccia e avanti il prossimo. Oggi mancano i soldi. Però la Rhino ha pubblicato un box con tutta la discografia degli Aztec. Qualcosa vorrà pur dire.

Carico i commenti... con calma