Chi l'avrebbe mai detto che Blaze Bayley, dopo due album deludenti con uno dei migliori gruppi heavy metal mondiali, gli Iron Maiden, avrebbe saputo regalarci una perla di album come questo?
Infatti il signor Blaze ci delizia con un disco completamente diverso dai suoi trascorsi più rock'n'roll (Wolfsbane) che da quelli negli Irons, più orientati verso un prog metal che però non riesce ad essere compreso da tutto il pubblico e risulta poco orecchiabile.
Allora Mister Bayley, messa in piedi una classica band heavy metal (2 chitarre, un basso e una batteria), sforna un album immediato, con ottime liriche e con un sound devastante.
Si parte con "Ghost In The Machine", che soprende per la potenza sonora, e, senza essere uno dei capolavori del disco, piace soprattutto per la grinta di Blaze, che si mette in mostra con un'ottima prestazione vocale. La successiva "Evolution" è un brano di passaggio, senza troppi alti e bassi, con un buon assolo, che precede l'epicentro del disco, la title track, che esprime rabbia e violenza ed è certo il capolavoro del disco; comincia lenta ma minacciosa e poi s'innalza in un crescendo di durezza sonora e termina con un'accellerazione breve ma intensa che chiude in splendore. "Born As A Stranger" comincia con un riff mozzafiato, cala un po' nel ritornello, ma è una bellissima track veloce ed esaltante. Dopo viene "The Hunger", lenta e difficile all'ascolto, ma apprezzabile. "The Brave" ha un testo quasi semplice, ma ha un riff immediato ed è veloce e precisa, senza troppe pretese, ma più che discreta. "Identity" è buona, ritmata e dura, "Reach For The Horizon" è invece un po' noiosa, l'unica traccia che forse è inutile, ma il disco si riprende subito con "The Launch", velocissima e breve, con un riff ad una chirarra alla quale si aggiunge subito la gemella, con un effeto ottimo, che ricorda un po' gli Irons (quelli classici, non gli ultimi album). L'Lp si chiude con un altro colpo da maestro: "Stare At The Sun", la canzone più lunga dell'album, parte dolce e triste, poi si alza e sembra che stia per esplodere, poi cala leggermente e si riprende subito, con un'accellerazione strepitosa, con una prestazione vocale divina di Blaze che fa gridare al miracolo, che si chiude con un ottimo assolo.
Un disco proprio buono, resta forse il rammarico di una scarsa pubblicità da parte dei media, ma se lo trovate, prendetelo, ne vale proprio la pena.
Elenco e tracce
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