...E l'ultimo chiuda la porta!... avrebbe detto Nick Carter.

I Cavalli Americani di Seattle, ovvero i Band of Horses, sono giunti al loro quarto album e hanno deciso di cambiare registro, almeno come produttore, infatti il Glyn Johns ("quello" degli Who e dei Clash...) ha deciso di britannizzarli o forse è lui che si è americanizzato.

Era una band indie rock e country certamente meritevole di attenzione e direi di successo: ho visto che sul DeB non sono degli sconosciuti, basti ricordare "Cease To Begin" e "Everything All The Time"...

Potrei fare una recensione al passato remoto o all'imperfetto: erano questo..., furono quest'altro..., ma non è carino, tutto sommato "Mirage Rock" può farti trascorrere un po' di tempo in compagnia di un rock tutto al "naturale", non suoni distorti, non troppe tastiere, giusto qualche eco e poco più. Ti fa pensare che potresti suonare buona parte dei pezzi in una riunione fra amici al mare, magari in una notte di fine estate, e potresti anche sentirti di cantare senza rischiare di "steccare" di brutto...

Insomma, pare che le intenzioni, forse neanche tanto nascoste, siano quelle di aver proposto al pubblico un prodotto più orecchiabile, più commerciale, un po' più pop e meno rock: certo (Knock Knock) e (How to Live) sono i pezzi migliori, insieme alla (title track), ma il resto lo ascolti e non ti soffermi più di tanto.

D'altronde se l'autore scrive questo:

"L'idea dietro al titolo è che pensavo sarebbe stato divertente se qualcuno avesse sentito la mia musica da una certa distanza e si fosse avvicinato, per scoprire che non c'era niente. Insomma, il titolo è una battuta vera e propria su come una persona potrebbe prendere il mio stesso songwriting". (Ben Bridwell)

Possiamo noi pensare di cambiare la storia naturale di questo album o se preferite de i Band of Horses?

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