"Wild Man Blues" è un documentario del tour musicale che Woody Allen fece in Europa nel  1997, con la "New Orleans Jazz Band". Suonatore di clarinetto fin da ragazzo, e soprattutto grande amante del vecchio jazz americano, Woody si inventò questa esperienza musicale riempiendo a sorpresa moltissimi teatri. A suo dire non tanto per lo spettacolo in sé, quanto per la fama a livello mondiale del suo personaggio. Durante il viaggio gli tennero compagnia praticamente sempre la compagna Soon-Yi Previn e la sorella Letty Aronson. Un'evento sicuramente particolare, e Barbara Kopple non si fece sfuggire l'occasione di riprenderlo, seguendo il regista newyorkese ovunque.

"Quando un amico mi ha suggerito di fare un documentario sul tour musicale di Woody Allen, non ho esitato un istante. Per me Woody Allen è un abile regista che è riuscito a travolgere il pubblico con il suo humor. E' stato grandioso girare questa pellicola. La relazione di Woody con Soon Yi e sua sorella Letty, le persone più importanti della sua vita, risulta essere un aspetto determinante del film. Quando siamo tornati al montaggio per rivedere il girato ci siamo accorti che i personaggi e la musica escono fuori dallo schermo. Avevamo la sensazione che il materiale raccolto fosse divertente e profondo al tempo stesso, in quanto documenta il mondo privato di un personaggio pubblico."

Woody Allen ci viene così presentato nelle situazioni più disparate: ovviamente durante i concerti, così come nelle camere d'albergo, durante le interviste, nei giri per le città e nei viaggi in aereo. Ed è assolutamente spassoso notare che il Woody Allen protagonista del documentario è esattamente lo stesso personaggio protagonista delle sue pellicole:  ansioso, paranoico, pessimista, eccezionalmente divertente e brillante. Sembra quasi di vedere un'insieme di spezzoni tratti dai suoi film piuttosto che un documentario, tanti sono i momenti demenziali e grotteschi, con in più l'aggiunta della sua voce fuori campo che racconta aneddoti, ricordi e impressioni.

Tra le tante città visitate: Londra, Roma, Venezia, Milano, Bologna, Parigi. In particolare la capitale francese è una tappa obbligata per il regista: "Devo prima passare per forza a Parigi, una volta lì so di essere in Europa e posso spostarmi...". Bellissima poi la tappa veneziana, dove il regista, tra giri in gondola e mangiate al ristorante, appena arrivato in albergo scrive un biglietto da lasciare alla cameriera, dicendo: "Ora do le specifiche istruzioni, così sanno cosa violare!". Ma tantissimi altri momenti sarebbero da citare: ad esempio molto carina è la scena in cui, da una terrazza romana, non manca di ricordare: "Non posso guardare questo panorama senza pensare alla scena d'apertura della Dolce Vita, con gli elicotteri che volano su Roma, con la statua del Cristo o la statua di Maria, o quello che era.........". Imperdibile poi è l'ultima parte del documentario, quando Woody torna a casa e va a trovare i genitori, in un delirio di dialoghi assolutamente corrosivi.

Sempre dalla terrazza romana, il regista esclama delle parole che basterebbero da sole a descrivere a tutti chi è Woody Allen, in un misto di malinconia e humor: "Io ho quel tipo di personalità per cui quando sono in Europa mi manca New York, e quando sono a New York mi manca l'Europa. Non voglio stare dove sono in qualunque momento..."

Insomma, "Wild Man Blues" è un buon modo per spendere un'oretta e mezza a chiacchierare con Woody Allen, oltre che un bel diario di viaggio costellato di gradevoli momenti musicali. Lo consiglio assolutamente agli amanti del regista newyorkese e, perché no, del buon vecchio jazz di New Orleans. Perfetto per passare una seratina tranquilla a casa, magari accompagnata da una cenetta frugale a base di caviale e birra.......

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