Quando nel 2015 terminò la guerra tutti noi sentimmo la necessità di "un ritorno alle origini" per cancellare dalla memoria gli ultimi 100 anni di "civiltà". Due terzi della popolazione rimase vittima del conflitto e la voglia di ricominciare fu grande. L'inizio di una nuova era diventò per tutti una realtà. La cosiddetta era dell'acquario.
Oggi a più di 20 anni da quei giorni tutto sembra procedere secondo uno schema prestabilito, perché la paura di sbagliare è grande. La natura umana è quella che è, ma forse qualcosa è cambiato davvero. Il modo di vivere è cambiato. Ci si parla di più, ci si aiuta di più. Non c'è più quella indifferenza così forte che ha permesso la divisione del genere umano. Oggi siamo più uniti e civilizzati e nessuno abuserà di qualcuno. Oggi la tv non trasmette più la stupidità come in passato e la musica è più intensa e orientata alla riflessione.
Mi viene ora tra le mani un cd del 2004 di un gruppo inglese chiamato "Bass Communion" intitolato: "Vajrayana". Il titolo sembra già essere un salto nel futuro evocando quel desiderio di pace interiore che il buddismo ne ha fatto una filosofia di vita. Due tracce di circa 7 minuti che lasciano l'ascoltatore a riflettere e penetrare in tutta tranquillità nel suo mondo interiore. Musica ambient (come veniva definita) che alimenta il desiderio di spaziare fra ricordi e progetti futuri.
Consiglio quindi agli appassionati di ogni tempo di questo genere musicale così unico, di regalarsi un quarto d'ora di sana meditazione. Riflettendo seriamente su quello che siamo e ricordando che fra le pagine di storia c'è anche il nostro futuro
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