Ho visto una luce, ho visto una luce tra gli alberi e le mie cose prendere ordine; finalmente. Quella luce oscura che illumina una vita tradita e soffocata, ora è tutto più chiaro. Una luce nascosta nel retro di un'auto, di amanti suicidi. Sfuggevole e dolente, si nutre di morte. Nelle tue braccia, e l'amore chiude le sue porte e volge in ricordo impenetrabile, unico. Mentre i bambini dormono, e la notte è giorno ho visto una luce sempre più piccola nella distanza: un addio, e la foresta custode prescelta e complice. Poi ho seguito Sarah e Prescilla lungo il sentiero d'immagini e rituali pagani, invocato l'arrivo a lungo atteso del mago con una danza propiziatoria ("..the wizard comes, wants to feel you shake and shooting! He will be our leader.."), in una fredda e buia grotta al riparo dalla quotidianità razionale che ci appartiene (ma non da imprevisti a noi estranei, sconosciuti) una sinfonia di pipistrelli e bat's mouth ha invaso il mio animo di terrore e grida e, infine, reso omaggio alle creature del profondo oceano; un giubileo di balene che vagano nel mare solitario, squali signori degli abissi e il pianto delle foche. "Fur and gold", pelliccia e oro; unione d'elementi, d'antico e modernariato dell'anglo-pakistana Natasha Khan.

Un nome e un progetto, Bat For Lashes, che richiama fiabe archetipe, stregonerie e creature della notte. Una voce, quella della polistrumentista songwriter di Brighton, tra la nenia ancestrale di Bjork e il sussurro spezzato e caldo di una Cat Power. Un suono che plasma, modella riferimenti diversi e nobili: "Human Behaviour", l'esoterica Kate Bush di "Under ice" e le confessioni al piano della giovane Tori Amos (nella struggente ballad "Sad eyes"). Battimani frenetico, arpe e archi sfregati, chitarre (e vox di Josh T. Pearson dei Lift To Experience in tre brani), elettronica minimale e clavicembalo s'innestano su strutture melodiche arcane in un immaginario che dalle fiabe dei fratelli Grimm (lo splendido madrigale d'apertura di "Horse and I", vero colpo di fulmine per un certo Thom Yorke...) può arrivare al mistero e sorpresa del contatto con forze soprannaturali, magiche di un'avventura anni Ottanta come "E.T." di Spielberg. Un'autentica magia, infatti, è quella che anima il singolo "What's a girl to do": esaltante incrocio di beats hip-hop old school e Prince era "1999", batteria spectoriana e chorus memori dei vecchi riti di celebri streghe come Siouxsie o, appunto, la Bush ( vicina alla sensibilità di Natasha anche per una visione della propria arte condivisa: coreografica, visiva e grafica). Ma non è l'unica preziosa gemma. Un handclapping nervoso, voci spettrali e il basso pulsante introducono l'ombrosa "Trophy"; arpe circolari, il timbro infantile della piccola islandese e delicate note di pianoforte marchiano il sogno notturno in "Tahiti". Il fantasma di Nico, la sua figura diafana, s'intravede nel castello gotico della mesmerica "Seal jubilee", un ritmo percussivo pervade la melodia insinuante di "Prescilla". E il finale katebushiano, altamente evocativo e inquieto, di "I saw a light" rende definitivo e concreto il talento della Khan. Un esordio memorabile.

"Got woken in the night by a mystic golden light. My head soaked in river water. I had been dressed in a coat of armor. They called a horse out of the woodland. "Take her there, through the desert shores. They sang to me "This is yours to wear. You're the chosen one, there's no turning back now" - There is no turning back. There is no turn..." -Questi occhi tristi, le paure che porterò con me nella foresta. Non aspettarmi, non chiedere perché  il vento autunnale soffia ancora sulle foglie abbandonate dalla solitudine degli alberi. Il tempo non lascia troppo spazio alle cose non dette, ragazza. Aspetto sempre un segnale, una promessa dalla signora della strada: qualcosa che possa alimentare l'incantesimo, e osservarti luminosa tra le stelle. Cerco una ragione, una maschera da indossare per mostrarti il mio sorriso stanco. Lontano. Fragile. Ho perso il tuo viso tra migliaia, ho lasciato la tua mano gelida per lunghi anni. Perdonami, dolce creatura dallo sguardo immacolato. Perdona questo sorriso artificiale, che non riesce a nascondere la tristezza che brucia dentro.

"I don't like the things you don't say. Leaving it for such a long long time. Why do you show me those sad sad eyes. Each time you decide to pass on by. And when you smile those sad eyes, look sadder and sadder still..."      

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