Finalmente ecco il nuovo Album dei Bauhaus che dall'83 avevano smesso di produrre nuova musica. Ma i dubbi non mancano. E aggiungerei purtroppo.
Molto intimo, ma stranamente poco coinvolgente. Le sonorità distorte e le atmosfere (se si può parlare di atmosfere) con un basso poderoso e incalzante, non arrivano nemmeno a far rizzare i peli... Per certi versi quasi elettronico e per altri troppo sterile, trova lievemente stile in "Zikir" (traccia conclusiva), che può essere paragonata alla splendida "Bela Lugosi's Dead", ma che non raggiunge minimamente l'inclinazione oscura e da brivido della precedente. Rumorini strani in sottofondo che non aggiungono ne tolgono nulla, passano semplicemente indifferenti alle orecchie dell'ascoltatore, tranne in un SOLO caso (nella traccia 7 "Mirrors Remains", oltra alle varie discussioni in sotto fondo della band si sente Kevin tossire... davvero strano... davvero fastidioso).
Forse sarò io a non aver capito nulla da questo nuovo e a quanto pare ultimo CD, ma se "In The Flat Field" sconvolge per la bellezza e l'agonia delle melodie, questo pure lascia sconvolti, ma... perchè non ha nulla al suo interno che possa davvero far emozionare.
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