Dev'essere che dopo un tot anni il male di vivere incombe e ci si guarda indietro. Se non si sono buttate via le agende del telefono si può sempre provare a chiamare qualcuno dei vecchi amici... Iggy dicono sia riuscito a rintracciare facilmente Ron Asheton perché non aveva mai cambiato numero.
Suppongo che Pete Murphy & c. non si siano mai persi di vista più di tanto dopo la reunion di dieci anni fa che ci diede Gotham e così eccoli qui con "Go away white", un albumino di dieci canzoni nuove, dicono registrato in poco più di due settimane, che critica e pubblico si precipitano a stigmatizzare come inutile o celebrare come fulgido esempio di saper fare musica. Carino come quello di Siouxsie ma non altrettanto nuovetto, di già che i nostri sembra ripartano da dove lasciarono - quasi come se dopo "The sky's gone out" avessero tirato dritto - e con tanta influenza di Murphy in più: tant'è che c'è chi dice che sembra roba sua (ma questo era vero anche per la reunion dei Velvet: sembravano la band di Lou Reed, quindi per fortuna han lasciato perdere) più che dei Bauhaus "as a band" e già si aspetta il prossimo lavoro di inediti dei Love and Rockets. Mi associo, in realtà, visto che a me i Bauhaus piacevano più per qual che si intrasentiva di melodico nel generale suono malsano della loro darkitudine, ma pur avendo - un po' occasionalmente lo ammetto - seguito gli sforzi solisti di Murphy riconosco in quest'album una forza di penetrazione all'ascolto più che interessante e più che dignitosa e sufficientemente ascrivibile al collettivo. Molto più di quanto hanno dato altri, comunque.
Chiaro che manca la ruvidezza ispirata e l'energia senza smussi dei tempi che furono e che i certi casi siamo nel calarsi nella parte in modo manierato, ma avere i Bauhaus che fanno i Bauhaus in questo caso lo trovo persino gradevole. Influenzati da se stessi abbiamo Murphy , Ash, J e Haskins che ci forniscono dosi di goth ("Mirror Remains", "Dog's a Vapour"), alt-rock in salsa glam ("Undone" , "International Bulletproof Talent", "Too Much 21st Century"), graffi di una screechy guitar in "Adrenalin", post punk rock in "Black Stone Heart" e giù fino al murphiano "Zikir" finale. Pezzo che mi piace di pù, "Endless Summer of the Damned", dove shakerano tutto insieme e lo servono alla Bauhaus.
Se davvero sarà the "farewell" album (come si dice, in seguito a ciocchi capitati in studio durante le registrazioni) secondo me ci lasciano pure bene. Aspettiamo i L&R, comunque...
Elenco tracce testi e video
02 Adrenalin (05:39)
it'll take you to the top
and out to the edge
shoot up needles through your blood
lay ice under your sledge
shift, crank, pull
shift, crank, pull
adrenaline, adrenaline
shift, crank, adrenaline
it'll put you through your paces
kickstart your heart
push you to the limit
make the finish just the start
shift, crank, pull
shift, crank, pull
shift, crank, pull
adrenaline
a-a-a-drenaline, adrenaline
a-a-a-drenaline, adrenaline
it'll save the life of a junkie
closing on death
counteract the poison
give him back his breath
shift, shift, crank, pull
shift, crank, pull
shift, crank, pull
adrenaline
a-a-a-drenaline, woah-ohhhh
a-a-a-drenaline, a-a-a-adrenaline
pushing flesh and marrow
kicking bone and blood
boosting up the cell count
as the burning bodies flood
adrenaline, adrenaline
shift, crank, pull
shift, crank, pull
a-a-a-drenaline, shift, crank
a-a-a-drenaline, pull
a-a-a-drenaline, adrenaline
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Altre recensioni
Di vikcrow
Le sonorità distorte e le atmosfere... non arrivano nemmeno a far rizzare i peli.
Se 'In The Flat Field' sconvolge per la bellezza, questo lascia sconvolti perché non emoziona.