Bella gente,

per la mia prima (e forse ultima) recensione ho scelto un album del sommo B.B. King.

Già, perchè a differenza del Rock, Country, Funk e Pop, il Blues ha ancora il suo Re, venerabile e incontrastato.

L'album in questione è del 1990, è stato registrato in presa diretta nientemeno che nel carcere di San Quintino, e B.B.King è riuscito a dimostrare la sua grande umanità nonostante gli anelli d'oro, i soldi a palate e una carriera che dura da quasi mezzo secolo.

A mio avviso infatti non sono le canzoni (suonate e ri-suonate da decenni) che, prese singolarmente, rendono l'album godibile, ma è il contatto umano, la voglia di interagire fra BB e i carcerati che rendono tale manufatto assolutamente unico. Una lezione di vita, oltre che di musica (questa c'è sempre stata).

Prendere questi carcerati, emarginati e schivati, e comunicare con loro, come se fossero amici di sempre, fratelli, vicini di casa. Scommetto che nessun altro artista sia in grado di fare ciò, in una maniera d'agire a cavallo tra professionalità estrema (nel suonare) e semplicità spiazzante (nel dialogare): Nessun pietismo, nessun bluff. Solo chi è vissuto in particolari contesti sa fare ciò.

Da un punto di vista musicale non mancano le hit ("Let The Good Times Roll", "Every Day I Have The Blues", "Sweet Little Angel", "Sweet Sixteen", "The Thrill Is Gone"), qualche incursione dei trascorsi anni 80 ("Into The Night"), più divertentissimi sketch e battibecchi con il pubblico, il quale addirittura si cimenta ("obbligato" da BB stesso) nelle parti cantate (intermezzi nei brani "Never Make A Move Too Soon", "Ain't Nobody's Bizness", "Rock Me Baby", "Nobody Loves Me But My Mother").

I momenti topici a mio avviso vengono toccati nel brano "Sweet Sixteen" (durante il quale due carcerati salgono sul palco e discutono con BB King in maniera serena e colloquiale, invitandolo a non dimenticare il carcere e coloro che ci vivono) e la travolgente "Peace To The World"  di Trade Martin.

Un arrivederci coi fiocchi nella "chiudente" di "Rock Me Baby", dove tutti, ma proprio tutti, vengono coinvolti nell'esecuzione del brano.

Più che un live, un manifesto,  un miscuglio fra un discorso, un comizio e un concerto.

Una sorta  primo maggio uscito meglio.

Da avere.

Bella. 

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