Confesso che ho sempre paura, quando leggo di un'opera nuova di un mio eroe.

Ho paura che non sia più lui, che l'opera sia smaccatamente minore e che mi tocchi d'amarla comunque, per fidelizzazione e per partito preso....

Insomma, soprattutto quando il mio eroe in questione ha varcato la soglia d'una certa età, la paura si fa grandissima.

E quando è da poco uscito un live che, pur rispecchiando fedelmente gli show dell'ultimo decennio, è piuttosto stanco e modesto, la paura si fa terrore.

La bollitura è un rischio di sempre (Bennato non mi sembra poi così vecchio...), ma, varcata la soglia degli ottanta, rischia di diventare più una certezza che un rischio.

E invece no: eccola lì la bella sorpresa.

Un Disco, con la maiuscola. E un disco di Blues. Sempre con la maiuscola.

Sì, perché non sempre B.B. ci ha abituati a dischi di blues puro. Soprattutto un ventennio fa la sua musica ha spesso sforato nei terreni del r&b, del soul, con chiari richiami gospel. Insomma: sempre meravigliosamente black, ma, per noi che amiamo il blues, diciamo che rappresentavano maggiori certezze le opere di Buddy o di John Lee....

Qui siamo dalle parti del blues vero. È chiaro: il blues di B.B. King, voce potente, giri armonici classici, soli di Lucille riconoscibilissimi, inimitabili, anche se magari più lenti e legnosi di una volta, ma diciamocelo chiaro: la tecnica e la velocità non sono mai state marchi di fabbrica del Nostro. Il vero marchio è lo stesso di un riff di Richards: la riconoscibilità, come dicevo, e l'assoluta inimitabilità. Grande cuoco, anche lui, B.B., capace di cucinare il suo piatto come nessun altro.

Ed è folle, e stupido, andargli a chiedere delle novità nel 2008. Così com'è stupido, irriverente e insultante (non solo per lui, ma per l'intero mondo della musica) mascherarsi dietro frasi vuote come "sarebbe ora che smettesse".

Lui vive per la musica e vive di musica. Nella sua autobiografia spiegava, già una decina almeno di anni fa, che era incazzato perché il medico gli aveva impedito di fare più di 250 serate l'anno... Chi suona capisce cosa questo significhi. Così come in un'intervista recente, il Nostro temeva che il medico gli impedisse i voli intercontinentali, e dunque di venire ancora a suonare nella sua amatissima Europa. Un amore decisamente ricambiato.

E quando penso a Lui penso all'ultima delle volte che l'ho visto "live". Un concerto bello, sentito, vero ed estivo in un paesino del Monferrato. Un concertino di poco più d'un'ora.

Ma, per dio, un'ora di B.B. King.

Una leggenda vivente.

E, errore mio, quando penso a Lui assumo sempre un tono e un'aria da epitaffio. Lui, più saggio, coraggioso e vero che mai, fa uscire "One Kind Favor", dicendoci senza fronzoli, anzitutto, che è vivo e vegeto, e poi che fa ancora il Blues.

Come noi, pur impegnandoci, non riusciremo mai.

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