👑 BEAT – BEAT LIVE: L'Archeologia Musicale che Diventa Futuro
Quando il progressive rock mobilita Adrian Belew e Tony Levin — due pilastri dei King Crimson — affiancandoli ai semidei della modernità, Steve Vai e Danny Carey (sì, il drummer dei Tool), non si parla più di un semplice supergruppo, ma di un evento sismico per la musica. Beat Live (2025) non è una pigra "operazione nostalgia", bensì un'intelligente archeologia musicale con finalità futuriste.
Il progetto si concentra sui tre album cardine del Re Cremisi anni Ottanta (Discipline, Beat, Three of a Perfect Pair), snellendo arrangiamenti notoriamente labirintici per renderli più diretti e accessibili in sede live. L'intento, audace, è riuscito: l'eccellenza compositiva supera la prova del tempo grazie a questa iniezione di vitalità.
La magia sta nei dettagli: l'impronta ritmica di Carey si incastra in modo quasi paranormale con la solidità di Levin, creando un dialogo tra titani delle poliritmie. Steve Vai, lontano dal compitino da virtuoso, incarna l'essenza dei brani, piegando la sua personalità al servizio del soundscape di Belew.
Beat Live è un viaggio ipnotico nei pattern geometrici del rock. Non è un consiglio, è un editto per i fan dei King Crimson, ma anche il ponte definitivo tra l'eredità storica e la potenza bruta di Tool e Vai. Un calcio sonoro alla mediocrità che dimostra come l'unico modo per onorare il passato sia suonarlo come fosse appena stato scritto.
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