Nel recente concerto all'Islington Academy si dice che Beck Hansen abbia perso le staffe. Incitato a suonare una qualunque vecchia canzone (dopo una mezza dozzina di composizione inedite) pare abbia gentilmente declinato l'offerta mandando il nostalgico fan ripetutamente a quel paese. Evidentemente nel nuovo disco Beck ci crede davvero; noi non siamo d'accordo, ma questa è un'altra storia.

Sarò sincero: se "Guero" non fosse stato preceduto da un lavoro tanto doloroso quanto splendente quale "Sea Change", probabilmente le mie stupide parole sarebbero state diverse. Scrivendo Round The Bed Beck si è assicurato da una parte la mia venerazione eterna e, dall'altra, la feroce iper-critica attesa che ne deriva.
Ho concesso molto tempo a "Guero", più di quanto lo stesso disco non mi chiedesse; mi sono così a lungo nutrito delle sue spire che le mie stesse giornate sono sembrate trasformarsi in un arcobaleno di colori impazziti, in cui Woody Guthrie incontra i Talking Heads per le strade decadenti di Mexico City, mentre un'ennesima giornata di pioggia volge al termine.

L'ultima fatica di Beck è un ritorno ben poco celato alle pazzie ingenue di "Odelay", ad una visione in technicolor del mondo, all'amore verso il gospel e il blues del Delta, a certa musica degli anni passati e a certa ancora in là a venire, ad immagini desolanti e nude come lo spaventapasseri di Scarecrow, che si fa strada aprendosi tra una folla morente e solitaria ("uno spaventapasseri che nella realtà non spaventa nessuno - parodia di se stesso" - Beck).
E' la cavalcata rock di impatto nell'apertura di E-pro, è l'hip-hop e frammenti di suoni sparsi della title-track, sono le esplosioni kraftwerk e il folk-rap fusi insieme da schizzi di follia (Girl).
Ma è soprattutto l'imitazione fallita del genio waitsiano di Got It Alone ed il mezzo passo falso di Broken Drum; è un lavoro incompiuto, un collage ben poco ironico di passate glorie. Per di più preceduto da un disco immaginifico quale "Sea Change", e tanto quello parve dettato dalle esigenze del cuore tanto questo pare dettato da puri esercizi di stile.

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