Il portare all'estremo un genere musicale può avere solo due risultati, ossia la creazione di qualche cosa di talmente suggestivo e particolare che risponde al nome di capolavoro oppure la creazione di qualche cosa di informe, poco elegante e rifinito che risponde al nome di schifo. Intraprendere una strade "estrema" rappresenta dunque un grosso rischio, cosa della quale sembra se ne siano infischiati questi Behold The Arctopus, band new yorkese fautrice di una sorta di progressive metal visto nella sua ottica più tecnica che porta all'estremizzazione di linee melodiche tipiche del genere, come già fatto da gruppi quali Spiral Architect, Extol o Zero Hour; non fosse abbastanza, questi americani propongono musica totalmente strumentale ed in quanto tale ancora più ostica.

Il disco in questione dal nome "Nano-Nucleonic Cyborg Summoning" esce come EP nel 2005, ma riedito nel 2006 sotto una nuova veste, con l'aggiunta di due bonus track prese dal demo "Arctopocalypse Now/Warmageddon Later" (viene il mal di testa solo a ricordarli questi titoli) e le versioni live di quattro dei cinque brani presenti.

Questa la track-list:

1) Exospacial Psionic Aura
2) Estrogen/Pathogen Exchange Program
3) Sensory Amusia
4) Alcoholacaust
5) You Will Be Reincarnated As An Imperial Attack Spaceturtle
6) Alcoholacaust (Live)
7) You Will Be Reincarnated As An Imperial Attack Spaceturtle (Live)
8) Exospacial Psionic Aura (Live)
9) Sensory Amusia (Live)

Musicalmente come si diceva prima il disco presenta strutture molto complesse, con gli strumenti continuamente incentrati su sezioni solistiche, con una sezione ritmica sempre in controtempi, tempi dispari, riffs assolutamente vari ed evoluzioni sonore di qualsiasi tipo, lasciando davvero poco spazio alla melodia e dunque alla musica come nucleo composto da tecnica e melodia, con l'aggravante che alle volte si scade nella cacofonia più totale, alternata a momenti di grande genialità dove il lato più jazzistico prende il sopravvento, ma sono comunque attimi di scarsa rilevanza all'interno di intero platter dove si fatica a capire dove inizia una canzone e dove finisce l'altra. Il non descrivere neanche una singola traccia deriva tra le altre cose dall'impossibilità di sceglierne che rappresenti le caratteristiche fondamentali dell'album, in quanto ciò che risalta è prima di tutto la piattezza del song-writing.

E' un grandissimo dispiacere dover bocciare quest'album che forse alcuni di voi vedranno come immenso capolavoro, ma secondo il mio parere qui si destrutturalizza troppo la musica e si cerca di mettere in mostra le capacità dei singoli a discapito dell'insieme musicale.

Sperando che questi Behold The Arctopus comprendano il vero significato di technical metal, io torno ad ascoltarmi "A Sceptic's Universe" che sta su tutt'altro mondo.

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