Pensieri Blues.
Ci sono dei giorni che sai che sono magici. Lo sai da prima. Contengono un tale groviglio di aspettative che non possono che risultare perfetti.
Ho atteso a lungo prima di posare le emozioni sul foglio, di proposito.
Il mio modo di sentire le cose, molto primitivo e intuitivo, è formato da due stadi di emozioni.
Quelle che io chiamo emozioni a pelle e che sono tutte quelle che percepisco nel momento che mi accade una cosa e quelle che chiamo emozioni della pancia che sono quelle che rimangono poi, col tempo. In genere tutto quello che scrivo racconta delle mie emozioni a pelle. E’ infatti molto difficile per me impedirmi di fissare tutta quella serie di particolari e sfumature che riesco a percepire quando mi accade una cosa bella. Io adoro quei particolari e me ne nutro. Li descrivo proprio perché so che se non lo faccio con il tempo quelle sensazioni svanirebbero per lasciare il posto ad altre, più profonde, più calcolate, vagliate. Una sorta di sciroppo di me che con il tempo raffina tutto quello che vivo e idealizza o ricostruisce o semplicemente rivive alcuni momenti.
Ho aspettato di proposito a scrivere della notte di Pistoia Blues perché non volevo raccontare presa dall’euforia del momento ma volevo avere il tempo di rielaborare con calma quella notte. Avevo bisogno che tutto si depositasse dentro me per poi poter cercare e riprendere quello che è accaduto e riviverlo non una ma molte volte e raffinarlo per coglierne appieno l’essenza di quelle ore.
In questa estate molte volte ho chiuso gli occhi e sono ritornata a quella sera, per lo meno tutte le volte che mi sono messa quel top verde pitonato, e tutte le volte che con le cuffie mi sono ritrovata sola ad ascoltare ancora quella chitarra e a sognare di essere ancora in mezzo a quella gente, con quelle pietre caldissime sotto i piedi, con la delusione per aver finito le batterie alla macchina fotografica ma con l’assoluta consapevolezza di stare ascoltando le sue mani che suonano.
A due passi da me.
Ho chiuso gli occhi per rivedere ancora l’azzurro di quel cielo in contrasto con i monumenti della piazza che colorano i contorni dei miei occhi di sabbia. Ho risentito le chiacchere con le persone intorno a me, venute da tante parti d’italia li a Pistoia. E poi la luce che diminuisce per lasciare il posto alla sera. L’aria che rimane calda e l’odore della birra e del fumo. E poi quando il concerto inizia la magia assoluta della sua voce bellissima e della sua chitarra.
Non riesco a ricordare la scaletta e poco importa. So che quella notte Ben era li con il cuore e tutto il pubblico se n’è accorto. Eravamo ipnotizzati e non abbiamo saputo resistere. Ci siamo fatti docili con le canzoni più dolci e abbiamo urlato con lui in quelle più impegnate. So che quando è partita "Glory & Consequence" ho urlato con tutto il fiato che avevo in gola. Non potevo credere che la stesse cantando. Ancora oggi riesco a sentire dentro di me la scarica di quell’adrenalina. So che quando ha cantato "Power Of The Gospel" il pezzo di chitarra all’inizio era qualcosa di molto simile al paradiso nel caso ne esista uno. E so che ho pianto. So che poi riuscivo a sentire la mia voce che cantava con la sua.
E questa è magia.
Non eravamo più in una piazza di gente. Ma solo io e lui. E questa è la sua magia.
Ho sognato tante volte di sentire quella voce vicino a me e di vedere quelle mani sfiorare quelle corde, ho sognato così tante volte le sue parole che quella notte mi sembrava impossibile finalmente ascoltarle. Sentirlo cantare vicino a me era come un abbraccio che mi è a lungo mancato. Come incontrare gli occhi di un amico che non rivedi da tanto. Come quei sorrisi che le persone che si amano si scambiano senza motivo. Era come tornare in una casa in cui non ero mai stata ma che conoscevo.
Molto di quello che provo è ancora solo a livello di percezione. E’ la percezione della bellezza e la bravura di un artista che rimane molto umile. Una persona che sa comunicarti molto e che molto ha da donare. Una persona che ama e che lo sa trasmettere anche solo attraverso il movimento di tante mani che si muovono al ritmo della sua.
Quella notte ha ancora molto da regalarmi. E molte sorprese devono ancora accadere. Per il momento continuo ad ascoltarlo e a sognare di essere li di nuovo.
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