Non si placa la mia sete di morte; mi ritrovo ancora una volta dalle parti degli inglesi Benediciton.

E' il loro primo parto sulla lunga distanza del 1990; prodotto dall'allora batterista dei Napalm Death Mick Harris. Album che vede l'esordio come vocalist di un baldo e lungocrinito giovinastro: Mark "Barney" Greenway" che poco dopo lascerà la band per fare il suo ingresso proprio nei Napalm.

Death Metal primordiale di primordine; sporco e bastardo il giusto. Ma non ricercano la velocità estrema, anche se non mancano passaggi dove viaggiano a mille. Vogliono, riuscendoci a dovere, un modus operandi personale rallentando i ritmi in molti brani; mid-tempo bui, tempestosi e flemmatici che mettono in risalto il drumming sinistro di Ian Tracey. Ed il resto della band si adegua a questo approccio tentacolare: chitarre solide, basso cupo e martellante.

Qualità delle registrazioni appena al di sopra della mediocrità, ma tanto basta; non è l'album che preferisco della band. Sapranno conquistarmi e sconvolgermi con l'imponenza distruttrice del loro capolavoro "Trascend The Rubicon".

Tornando all'esordio come termine di paragone siamo vicini alla barbara pesantezza dei conterranei Bolt Thrower.

Un solo brano mi serve per evidenziare le qualità del disco: la title track che si apre con "Sloooooow" vomitato in faccia dal raggelante growl di Mark. Subito dopo inizia il totale putiferio uditivo.

Una delle copertine meglio rappresentative di tutto il Death Metal.

Lode e gloria (blasfema) alla band di Birmingham...Grizzled Finale...

Ad Maiora.

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