Ok, lo ammetto ho un debole per il British folk, sia quello che mescola blues e jazz, quello dei preziosi arrangiamenti, ma anche quello dove la chitarra acustica la fa da padrone o padrona visto che è femminile.

Questo disco, abbastanza vecchio visto che è del 1965, appartiene all'ultima "famiglia" da me sopra citata; infatti qui un giovanissimo Bert Jansh accompagna le sue canzoni solo ed unicamente con la sua intima e malinconica chitarra. L'album infatti venne inciso con un lettore portatile nel suo appartamento londinese dell'epoca.

Il disco passò alquanto inosservato ai più anche se in realtà il suo "finger-picking", quel pizzicare le corde in maniera così inconfondibile, influenzerà di lì a poco artisti del calibro di Nick Drake (che per altro fece anche una cover di "Strolling down the highway",contenuta nell'album) e John Martyn per rimanere nell'isola britannica,ma anche Neil Young e Paul Simon al di là dell'oceano.
Le atmosfere del disco richiamano alla mente sia il primo Dylan, ma anche il conterraneo Donovan, tuttavia le canzoni di Jansh appaiono da subito più scure, agrodolci e decisamente meno pop di alcune uscite del buon Donovan.

Canzoni intime, incentrate principalmente sull'amore e l'amicizia, ma anche la droga come "Needle of death"... piccole gemme folk intervallate anche da pezzi esclusivamente musicali dove il virtuosismo di Jansch emerge alla grande come ad esempio "Alice's in Wonderland" di Charlie Mingus.
Vivamente consigliato ai cultori del genere e anche ai nostalgici delle atmosfere di un periodo irripetibile.

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