Charles Chuck Tatum - Kirk Douglas è un giornalista guascone, spavaldo e senza scrupoli che, a causa dei suoi vizi (è un forte bevitore e un donnaiolo), viene licenziato dai più prestigiosi quotidiani di New York, Chicago e Detroit. 11 licenziamenti, per la precisione.

Per necessità si trasferisce quindi ad Albuquerque, una piccola cittadina ancora mezza indiana e mezza messicana, e riesce ad entrare nel modesto giornale locale nell'attesa di potere scrivere un articolo così importante da riportarlo negli ambienti che contano del giornalismo. Ma ad Albuquerque non succede mai niente. Un giorno però lo mandano fuori città per un servizio sulla caccia al serpente a sonagli e durante il tragitto si imbatte in una sciagura: un uomo, un minatore, a caccia di antichi reperti indiani, nel cuore di una montagna, rimane intrappolato in una grotta, sorpreso da una frana. Tirarlo fuori non è semplice…

Tatum sente puzza di scoop, ci ha messo le mani per primo, sa ben lui cosa fare…

Ace in the hole - L’asso nella manica, è un Billy Wilder del ’51, ed è un film ben lontano dalle atmosfere delle sue commedie rosa, brillanti e indiavolate. Rientra semmai nel filone drammatico del regista, in compagnia di capolavori quali Sunset BoulevardViale del tramonto, uscito appena un anno prima e The Lost WeekendGiorni Perduti. Possiamo anzi dire che le sue commedie leggendarie arriveranno qualche anno dopo, nel decennio compreso tra il 1954 ed il 1964. In un certo senso, Ace in the hole segna la fine del primo, drammatico Wilder.

Colpisce la risolutezza e la totale assenza di empatia e compassione di Tatum, un Kirk Douglas in forma smagliante che sfodera una notevole prova attoriale risoluta ed energica. Eppure, nonostante quanto sia chiara la sua anima nera, non riesce a stare antipatico, non dico si faccia il tifo per lui, ma si seguono con interesse ed apprensione gli sviluppi della vicenda che, effettivamente, il nostro finisce per manovrare e dominare tout-court, dall’alleanza con l’infido sceriffo al feroce ostracismo verso i suoi colleghi, giornalisti di altre testate, ben più importanti della sua, che accorrono sul posto ma lui è arrivato molto prima…

Il film, fila spedito per 111 minuti senza rallentamenti o sbavature, succede quando lo sceneggiatore, regista e produttore è Billy Wilder, nell’olimpo dei cineasti di tutti i tempi, che per diventare un classico devi averne di classe…

Tra l’altro girare il film nel deserto, mettere in piedi una scenografia del genere e coinvolgere centinaia di comparse non dev’essere stato semplice.

Un film cinico, spietato che non fa sconti. Un classico a suo modo tanto potente quanto malvagio. È solo un film? Sì, certo, ma considerate che una trentina d’anni dopo scarsi, una tragedia simile è avvenuta per davvero, in Italia, a Vermicino.

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