Prendete il cervello di un camionista campione nazionale di rutti, mettetelo nel corpo enorme dell'americano tipo, pompato e grezzo, che va in giro su enormi pick-up ed Harley Davidson; riempitelo di litri di Bud, fategli crescere i capelli da metallaro anni '80 a denominazione d'origine controllata; dategli in mano un Les Paul e testate Marshall. Otterrete così Zakk Wylde, mente della Black Label Society.
La bestia in questione sfonda nel mondo della musica quando l'uomo un tempo conosciuto con il nome di Ozzy Osbourne sente suonare l'allora diciassettenne ragazzotto americano. Tra i due nasce un tenero amore, e da allora Zakk accompagna Ozzy nella sua carriera da solista. Il signor Wylde dopo aver creato il gruppo "heavy southern rock" Pride'n'Glory (da cui un unico ed omonimo album), dà vita alla Black Label Society. Importante capitolo del metal genuino, sono basati su chitarre devastanti, ritmi da buttare giù i muri ed una sonorità che spesso ricorda i Pantera, gruppo del vecchio amicone di Zakk, Dimebag Darrel.
Il disco che ha avuto più successo è senza dubbio "The Blessed Hellride", uscito nel 2003. Sulla copertina un piccolo adesivo argento ci dice: "Featuring the legendary guitarist Zakk Wylde", e già dopo mezzo minuto della prima canzone, "Stoned and Drunk", si capisce che quell'adesivo da sboroni dice il vero. Banding, armonici, overdrive a buco di culo, scale paurose ed uno stile inconfondibile, grezzo e violento, ma assolutamente non da spaccarsi i timpani. Scorre bene; canzoni che si piantano subito in testa e che, se ci si appassiona, non si scorda più.
E dai riffs in stile -sbornia pesante-, cadenzati dalla doppia cassa micidiale di Craig Nunenmacher si passa a pezzi acustici, dove la voce dello stesso Wylde, che canta tutto l'album, trova spazio per accompagnare anche il pianoforte; canzoni acustiche ma con atmosfere talvolta tetre e malinconiche. Insomma, il vichingo dal cuore tenero sa cacciare fuori sia brutale arroganza metal che pacata malinconia da dopo sbronza. In tutti casi l'elemento dominante della sua musica è il sacrosanto nettare di Odino: Fuckin BEER! Il disco che metterei nello stereo del mio carroarmato per andare in giro per la città con i finestrini abbassati, e mentre cannoneggio, via con "Stoned and Drunk", "Doomsday Jesus", "Stillborn" (con Ozzy), "Suffering Overdue", "The Blessed Hellride", "Funeral Bell", "Final Solution", "Destruciton Overdrive", "Blackened Waters", "We Live No More" e "Dead Meadow". Una dietro l'altra. Poi torno a casa e mi sbronzo a modo. (ho riassunto in due righe la filosofia ed in particolare l'etica di Zakkino). A chi piace l'Heavy Metal delle origini aggiornato ad oggi non può mancare questo disco! E non possono mancare nemmeno gli altri della B.L.S. in particolare Sonic Brew, 1919 Eternal e Stronger Than Death
E come direbbe Zakk in un lungo ed unico rutto: Strenght, Determination, Merciless, Forever. Che sarebbe il motto della band.
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