Prova del nove per i Black Stone Cherry che a distanza di tre anni tornano con "Between The Devil And The Deep Blue Sea". Con questo nuovo lavoro, il sound del gruppo ricalca ancora di più le influenze southern rock mantenendo un buon livello di energia e vitalità grazie anche alla voce del vocalist Chris Robertson.

L'apertura spetta al primo singolo estratto "White Trash Millionaire", pezzo convincente ad effetto Lynyrd Skynyrd degli ultimi tempi (per intenderci quelli dell'ultimo "God & Guns"), con quell'incidere Southern che funge da ottima premessa. Ottime l'introversa "Killing Floor" e la semi-ballad "In My Blood" che rimandano il disco verso uno stile più standard, più in linea con i lavori precedenti. Di buona fattura anche lo stampo rock di "Such a Shame" in cui Robertson sfodera le sue qualità vocali oltre che quelle di chitarrista e compositore. Dopo la pacata "Won't Let Go" che sa un pò di 'usato', un altro pezzo ad effetto, "Blame It On The Boom Boom" che a parere del sottoscritto verrà scelto come singolo data la sua versalità e orecchiabilità. Ritorna il tocco anni '70 in "Can't You See" come torna l'hard rock in pezzi come "Shake" e soprattutto la buona "Change", che anticipa il brano di chiusura, il lento "All I'm Dreamin' Of" che nonostante un ritornello a 'ritmo chiesa' non demerita comunque per naturalezza.

C'è da dire però che nonostante gli intenti positivi del gruppo del Kentucky, la prova del nove o meglio della maturità, non è stata superata, almeno non totalmente, in quanto la band ha preferito adagiarsi su un buon hard rock che certamente è in grado di esprimere bene, senza però tentare neanche di fare il passo più lungo della gamba. Di questi tempi è già tanto e un disco come questo, a mio parere non paragonabile al precedente e ottimo "Folklore And Superstition", merita comunque un ascolto particolare.

"Between The Devil And The Deep Blue Sea", letteralmente "tra il diavolo e l'acqua blu profonda", si può dire che i BSC hanno preferito rimanere nel mezzo, rimandando quello che potrebbe essere il disco della consacrazione definitiva. Voto al disco 7,5.

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