Quinta release per il cantante inglese, che i più ricorderanno con gli Iron Maiden in album quali "The X Factor" e "Virtual XI". In realtà questa sarebbe la prima uscita sotto il suo nome completo, in quanto i precedenti album erano usciti sotto il nome Blaze. Dall'ultimo lavoro "Blood And Belief" sono passati ben 4 anni fatti di difficoltà personali e professionali, quindi la nuova release assume un taglio prevedibilmente arrabbiato ed oscuro.

Si comincia con la title track, energica e sostenuta, sottolineata da un'ottima sezione solista; un inizio col botto, subito una potenziale hit. Dopo le buone "Blackmailer" e "Smile Back At Death" (un pezzo epico ispirato dal film "Il Gladiatore", che forse si perde un po' durante l'ascolto anche a causa degli oltre sette minuti di durata), è la volta di "While You Were Gone", una ballata con momenti più veloci, che vede un'interpretazione sofferta e drammatica da parte di Blaze. Dopo quello che è forse il miglior brano di tutto il lavoro, è la volta dell'ottima "Samurai", il pezzo più maideniano del lotto, con il suo intro di basso e il suo ritornello orecchiabilissimo ripetuto più e più volte, soluzione opinabile su disco, ma di sicuro effetto dal vivo. Più avanti nella tracklist si fanno notare il quasi thrash di "Robot" (scelto come singolo apripista), la buona ballata "At The End Of The Day" e gli ultimi quattro brani: "Waiting For My Life To Begin", "Voices From The Past", "The Truth Is One" e "Serpent Hearted Man". "Waiting For My Life To Begin" è un pezzo che presenta diversi cambi di tempo, a partire dalla contrapposizione tra il riffing delle strofe aggressivo e veloce, e il rallentamento nel ritornello; ancora una volta da sottolineare poi la prova della band nella sezione solista del brano, che si rende protagonista di ottimi break, lead e assoli. "Voices From The Past" è stilisticamente assimilabile al pezzo precedente; ancora ottimi cambi di tempo, un ottimo chorus e una sezione strumentale ben suonata e congegnata. "The Truth Is One" è leggermente più tirata, aperta da un ottimo stacco di batteria (che ricorda molto da lontano quello di "Painkiller" dei Judas Priest); un pezzo dal taglio abbastanza oscuro che vede la pressione calare in concomitanza dell'ennesimo ottimo ritornello dell'album. Si chiude alla grande con "Serpent Hearted Man", brano più introspettivo dell'album, che sembra un po' il riassunto del disco, con le sue accellerazioni che sfiorano il thrash, il ritornello rallentato e orecchiabilissimo e la solita professionalità dei membri della band in fase strumentale.

Tirando le somme un ottimo cd, praticamente perfetto per le corde vocali di Blaze, che qui può sfogare tutta la potenza sui toni medio bassi che negli Iron Maiden non era riuscito ad esprimere. I musicisti di cui si è circondato sono dei gran professionisti e sono artefici di una prestazione pressochè perfetta. Buona anche la varietà presente all'interno del lavoro, sicuramente un punto a favore della band, che potrà conquistare diverse tipologie di ascoltatori.

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