Ma... ma come? Questi sarebbero davvero i Blind Guardian?
Quello del Guardiano Cieco è un nome che ogni amante del metal dovrebbe conoscere... il loro stile è ormai pietra di paragone per tutto il mondo del power, potentissimo, agressivo, ma senza perdere mai di vista la melodia e la complessità dei brani. Chi ha ascoltato dischi come "Somewhere far beyond", "Immaginations from the other side" e "Nightfall in the middle earth" sa cosa voglio dire: sezione ritmica granitica e inarrestabile, riff affilati, arrangiamenti epici e reminescenze medievali hanno forgiato brani unici, articolati e pieni di pathos. Anche i testi meritano molto: l'intelligenza con cui sono scritti è cosa rara nel power.
Proprio perchè stimo così tanto questo gruppo, non posso fare a meno di notare che con il loro ultimo lavoro, "At the edge of time", i Blind Guardian hanno perso mordente e stile in maniera preoccupante: dove sono le sfuriate metalliche, la cura negli arrangiamenti, l'incredibile voce di Hansi Kursch (perdonatemi se l'ho scritto male...)? Soprattutto, dov'è la classe, l'originalità, la voglia di stupire?
Questo disco, più che un lavoro dei Blind, sembra registrato da uno di quei tanti gruppetti power metal smidollati che sclerotizzandosi sui clichès del genere lo hanno fatto detestare a tantissime persone... e allora vai con gli arrangiamenti orchestrali ultra pacchiani, con i brani i dieci minuti o più (e non azzardatevi a chiamarle suite!), testi da discount del fantasy, e soprattutto, un serso di artificiosità, di manierismo che rende l'opera assolutamente routinaria e priva di fascino.
Non so se i Blind abbiano deciso di diventare commerciali a tutti i costi... fatto sta che questo melenso disco non raggiunge nemmeno gli esiti del precedente, quell' "A twist in the myth" che, sebbene un pochino sottotono, si è rivelato comunque un buonissimo lavoro.
Da comprare solo se siete fan ultrasfegatati del gruppo e volete possedere tutta la discografia... per gli altri è un ascolto irrilevante.
Ridatemi "Immaginations from the other side"!
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Altre recensioni
Di Hellring
L’unione di sonorità tanto care al gruppo, qui impostate in modo da creare delle song “fresche” e piacevoli fin dal primo ascolto.
Un paradiso fantastico in cui magia, sogni e incubi si fondono insieme a creare qualcosa di esoterico ma allo stesso tempo ammaliante...
Di Xabaras
Wheel of Time è a mio parere il lavoro più bello della band dai tempi di Nightfall in Middle-Earth.
Sacred Worlds, 9 minuti di una potentissima orchestra amalgamata ad una canzone già sentita ma ora apprezzata in tutta la sua piena maturità.