Per tutti coloro che si fossero mai chiesti almeno una volta nella vita come potrebbe suonare un pezzo degli In Flames remixato da Ian van Dahl la risposta è finalmente a portata di orecchio e porta impresso il nome dei Blood Stain Child stampato in copertina.
Dietro il poco originale monicker si cela infatti un six-piece nipponico che a discapito della provenienza orientale dimostra, in occasione del quarto full-lenght, di aver perfettamente assimilato la lezione del melodic death svedese di ultima generazione, al punto da risultare, grazie anche al sapiente lavoro di Tue Madsen al mixer, ancora più groovy dei gruppi europei stessi.
Per rendere più appetibile la loro proposta melo-death, tanto ben riuscita quanto già sentita, ecco però che i nostri giocano la carta della dance-elettronica più spudorata, in modo non dissimile da quanto fatto recentemente dagli Enter Shikari: come già per la band albionica anche in questo caso ciò che nasce dalla commistione dei due generi (che per la cronaca, se presi singolarmente, non farebbero gridare al miracolo) è un ibrido davvero accattivante e dannatamente efficace, a patto ovviamente di non essere defender o gabber sfegatati.
Per avere un'idea della proposta musicale dei nostri è sufficente sentire l'attacco dell'opener "Exotic-6-coordinator", in cui una base trance ci introduce ad una song di modern metal stilisticamente molto vicina alle atmosfere degli ultimi Sonic Syndacate (con i quali i nostri dimostrano di avere molto in comune, dalle conclamate influenze di Friden&co. alla presenza di una bassista alla quattro corde): come inizio non è male, ma il meglio deve ancora arrivare....
Dopo una divertente e veloce "Cyber Green" è tempo per le atmosfere più dilatate di "Freedom" (nella quale ben tre membri della band si alternano dietro il microfono), prima che il possente drumming di Violator ci introduca alla cavalcata in doppia cassa di "Energy Blast" (ma chi glieli sceglie i titoli? Il Marketing Manager del Powerade??), in occasione della quale il sound della band inizia a farsi sempre più interessante, anche se ancora sembra mancare quel quid in grado di giustificare da solo l'acquisto del disco...
Ed ecco che finalmente, preceduta da un intro che neanche Mauro Picotto, arriva alla posizione numero cinque il vero highlight del platter, ovvero quella "Pitch Black Room" che nella mia personale classifica di "song più tamarra del 2007" si è guadagnata di diritto il posto d'onore sul podio, in virtù di un sound mai così ben bilanciato tra ritmi trance-EDM e chitarroni metal: imperdibile anche il video, una sorta di "The Quiet Place" in salsa manga!!
Il resto della tracklist si muove sulle stesse coordinate sonore, miscelando abilmente modern metal ed euro trance, il tutto avvolto in una patina futurista che di questi tempi non guasta mai (troverete più "cyber" in questo disco che in tutta la bibliografia di William Gibson!): nascono così ottimi pezzi come la ruffianissima"Neo-gothic-Romance" o la trascinante bonus-track "Cosmic Highway", senza dimenticare la più danzereccia "Peacemaker" o le atmosfere folkloristiche di "Innocence".
Divertenti come pochi, i nostri sei eroi dagli occhi a mandorla ci regalano dunque un platter che farà la felicità di tutti coloro che "i nostri ragguardevoli sabati sera ci piace un cifro inforcare il Fifty per andare alla disco a rimorchiare le polle" (a buon intenditor...)!
Quindi che state aspettando? Sostituite la vostra consunta cassettina dei Datura con questo "Mozaiq" e sgasate con me alla volta di Riccione: questa sera al Cocorico DJ set con Gigi d'Agostino e special vocalist Bjorn "Speed" Strid!!
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