- BAD NIGHTS & CULT OF DOOM -
Il profilo in bianco e nero di un complesso industriale. Grandi volumi di fumo e scorie tossiche sono visibili nel cielo. I macchinari martellanti della fabbrica dei fumaioli e la nascita rozza e amplificata del rock and roll spostata nel 1956. Musica ispirata a macchine, fuoco, fumo, elettricità. Una fotografia in bianco e nero di un uomo che suona la chitarra elettrica con un abito grigio e un cappello bianco; lui è seduto.
Un microfono è visibile di fronte a lui. Sub-periferia che scende nel profondo.
Una foto a colori dell'esterno di un teatro di notte.
Power monochords, suono saturo, pesante. Scrittura macchinosa che parla un linguaggio industriale disturbato e farraginoso di un Blues basico faticoso, monotono, che sembra voler mettere a disagio l'ascoltatore. Corrente elettrica distribuita sui due canali audio, diluvio elettrostatico, metallurgia, siderurgia, delirio elettromagnetico.
Una sparatoria, le sirene della polizia che si avvicinano. Rhythm and Emergency. Chitarre Parker, Danelectro, Martin, Gibson, Telecaster del 1989, processate attraverso sintetizzatori, schede audio, Roland GR-33 e sistemi computerizzati di self-tuning, filtrate attraverso amplificatori Marshall, Fender, Ampeg. Grasso sulle corde e un cambio di olio motore negli altoparlanti. Esperimenti di rumore valvolare, distorsioni, auto-wah, glitch disseminati e inviluppi, sound design sulle voci e su un cantato spoken words derisorio e sarcastico, strangolato e microfonato, Captain Beefheart & His Magic Band. Temi che si incrociano a velocità diverse nello Stereo Hi Fi, guitarkestra che sembra una tastiera apocalittica, chiavi minori, bottlenecks, ottave basse, Fender Jazz, patterns sequenziati e programmati, il basso purtroppo americano. BlueBOB's percussion tracks ottenute dal campionamento di diverse macchine, drum machines e batterie di piombo come fossero presse pneumatiche, scosse telluriche sparse. Un approccio individualistico alla composizione, around the neighborhood - Rhythm and Drugs. Bluebob è minaccioso, potente, atmosferico.
Heavy Blues lentissimo, plumbeo, massiccio e con i black moods, riff heavy metal, perdite di tempo soliste abortite, surf sul canale di smaltimento liquami, gironi di Blues talmente ripetitivi che pezzi di poco meno di sei minuti sembrano non volere finire mai, fino alla noia e all'apatia. Roadstar, Rhythm and Painkillers. Questioni liriche di paranoia, personalità umbratile, intrighi e tresche sessuali, relazioni soffocanti, medicinali, cucine d'acciaio, divorzi, colpi di scena terribili e imprevisti, frammenti di fiction L.A. Noir, cani in piperidina, Steak Houses & Pork-Chop Express, modifiche ed effettistica, daydrama, bombardamenti incessanti di pornografia, pomeriggi sexta assordati di TV ad alto volume che trasmette film violenti, intercalari chiassosi, culto della tragedia, junkyards, dumpsters, Eli Roth, una fascinazione multistrato per Marilyn Monroe, I love you, I love you so... Van Nuys, California.
Lo scontato, l'american freak, l'umore inevitabile. Il Funk assente che sta al sesso, quello carnale e irruento di cazzo in faccia e schiaffi forti sul culo, il Blues presente che sta alla sessualità in slow motion dei lentissimi orgasmi dei fantasmi, al sangue e al cioccolato, all'alcohol a presa bassa stonata di tarda notte e a tutti i ricordi possibili di una Santa Fattanza. Bastards - Badstars, Psychobabies & Trucklove open_all_night. Fottersi questa musica sporca, sbattersi doggie style la nightclubber blueboobs: Tura Satana con tutti i suoi feedback e con le sue bocce oramai consumate e debosciate. Guardarsi intorno nel deserto e vedersi crollare addosso le montagne sottoforma di colate luttuose di Larsen. L'infernale di Neff, l'energia elettrica nell'aria, il rumore bianco, Packard. Clint Ruin e Lydia Lunch entrano per 23 minuti dal lato destro del cervello in un cinema underground per Super 8 in b/n e la colonna sonora potrebbe essere questa. Una combustione spontanea.
Truckstops - Motel Rooms - Subways, do not to sleep in these collections of time.
La fine, una lastra stainless nuova di zecca fatta vibrare.
Una città dei sogni nella catastrofe, Rhythm and Pharmacy.
BLUEBOB è come guidare una Gabbia di Faraday tra le fabbriche illuminate di una vasta Zona Industriale che lavora di notte. Persons of Interest, Febbraio 1997. Nato come test da studio per quattro/cinque tracce/esperimenti è diventato tale mostro. Prodotto dall'ingegnere del suono John Neff e da Keith/Billy the Groper presso l'Asymmetrical Studio di Hollywood, ha richiesto 23 mesi di gestazione, dall'Aprile 1998 al Marzo 2000. Working Title: 2960. È uscito il 10 Dicembre 2001.
Un'ora debordante di musica per Absurda e Soulitude Records.
BlueBob sta bene in un angolo buio, BlueBOB says Snuff Movies over Midnight. Una comparsata in cattiva compagnia dei Suicide su una compilation del 2002 stilata per un magazine francese, Les Inrockuptibles. Due pezzi del CD e "Pretty 50s" erano in Mulholland Dr. del 2001. Un video promozionale che sfiora la commedia gretta, una prima ed unica performance live insieme ad altri quattro musicisti l'11 Novembre 2002 all'Olympia di Parigi. Bobkind music e Neftunes music confusi tra la folla in Ray Ban Wayfarer neri e in Dodge Monaco dai finestrini oscurati out of law.
Money goes to money heaven. Poi più niente.
Non c'è innovazione, ma tradizione remiscelata e curiosità tecnica al banco mix per modi di registrazione e produzione tecnologica sua contemporanea. Fotografie di attrezzature meccaniche, di strumenti musicali, di paesaggi di stabilimenti evacuati. Ambiance divertissement un po' deprimente che puzza di ferro fuso, che lascia un sapore di metallo e mercurio sulla lingua e un odore addosso di saldatura che è difficile lavare via. Cinque pezzi buoni, tre sopra le righe, uno medio, uno mediocre, uno pessimo, un interludio basso e battente discreto. C'è il buono, il brutto e il cattivo gusto, soprattutto quando si mixa felicemente il bizzarro, il banale e il ridicolo.
Suoni umidi, freddi. John Lee Hooker, Robert Johnson, Blue Horse.
Un disco più artistico che musicale, stronzo e anaffettivo, che come il regista che ci sta dietro, lo si ama o lo si odia, un album unico comunque.
Il resto non sempre segue una linea dritta, tutto suona e poi appare frastagliato e stravagante. Il sogno Post-Industriale disciolto nello smog.
BLUEBOB potrebbe essere un figlio illegittimo metropolitano di BLUE FRANK.
La chiave va cercata nel fantasma dell'elettricità, in certe Visioni di Zabriskie.
In alternative ulteriori, in definitiva nel Blues.
Il Blues è il Diavolo e qualcuno è contento di questo.
911 - Call the Police. Danza palpabile, guanti di lattice per un'ispezione anale tattile e little hearts. She got my refrigerator - THANK YOU JUDGE.
[BLACK MAIL SQUARE]
Elenco tracce e video
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Altre recensioni
Di Little
Chitarre distorte, ritmi metallici, samples da catena di montaggio ... forse niente di nuovo, tutto già sentito ... ma proprio perché esce dalle mani e dalla testa di Lynch, ha un gusto così intenso, tutto da ascoltare, da capire, da interpretare.
Chi non conosce David Lynch? Vi prego, ditemi che sapete di chi sto parlando e che non avete alcun dubbio a definirlo un maestro assoluto della cinematografia non convenzionale.