Questo è un viaggio sconfinato nel profondo etere, tra atmosfere nostalgiche ed oscure sospinte da morbida inquietudine, che fluttuano su loro stesse.

Tramite il solito art work minimale e vintage si ha visivamente la sensazione dell'universo in cui ci troviamo: una serie di foto annacquate di bambini, ragazzi e persone forse scomparsi, forse ancora ricercati da qualche parente, lontani e quasi irreali; i Boards Of Canada allestiscono uno sfondo ambient documentarista, servendosi di un bit che ipnotizza, tramite l'uso di sintonizzatori analogici e moderni che sospendono l'ascoltatore in uno stato di angosciosa armonia.

Questo viaggio passa attraverso le fenditure di montagne rocciose che emergono dal deserto, quando le allucinazioni appannano i sensi; un viaggio in macchina, seduti di fianco al guidatore, di notte, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino, rapiti dal silenzio; il tempo si ferma e non vi sono luoghi di destinazione.

Sembra di attraversare una dimensione di ectoplasmi, ai margini della periferia di una cittadina scozzese, persi nell'underground silente; in questo viaggio si viene catturati letteralmente da queste sensazioni, da questi suoni, dalla natura profonda ed elettronica della natura.

Eterei

Elenco tracce testi e video

01   Into the Rainbow Vein (00:44)

Instrumental

02   Chromakey Dreamcoat (05:47)

03   Satellite Anthem Icarus (06:04)

04   Peacock Tail (05:24)

[Instrumental]

05   Dayvan Cowboy (05:00)

[Instrumental]

06   A Moment of Clarity (00:51)

07   '84 Pontiac Dream (03:49)

08   Sherbet Head (02:41)

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Altre recensioni

Di  gabbox

 Le onde sono quelle di “The Campfire Headphase”. Terzo mare generato dai fratelli Sandison.

 Palomar si limita a guardare. Restò al confronto con gli altri due mari e con quelli già visti in questo continente.