Questo è un viaggio sconfinato nel profondo etere, tra atmosfere nostalgiche ed oscure sospinte da morbida inquietudine, che fluttuano su loro stesse.
Tramite il solito art work minimale e vintage si ha visivamente la sensazione dell'universo in cui ci troviamo: una serie di foto annacquate di bambini, ragazzi e persone forse scomparsi, forse ancora ricercati da qualche parente, lontani e quasi irreali; i Boards Of Canada allestiscono uno sfondo ambient documentarista, servendosi di un bit che ipnotizza, tramite l'uso di sintonizzatori analogici e moderni che sospendono l'ascoltatore in uno stato di angosciosa armonia.
Questo viaggio passa attraverso le fenditure di montagne rocciose che emergono dal deserto, quando le allucinazioni appannano i sensi; un viaggio in macchina, seduti di fianco al guidatore, di notte, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino, rapiti dal silenzio; il tempo si ferma e non vi sono luoghi di destinazione.
Sembra di attraversare una dimensione di ectoplasmi, ai margini della periferia di una cittadina scozzese, persi nell'underground silente; in questo viaggio si viene catturati letteralmente da queste sensazioni, da questi suoni, dalla natura profonda ed elettronica della natura.
Eterei.
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Altre recensioni
Di gabbox
Le onde sono quelle di “The Campfire Headphase”. Terzo mare generato dai fratelli Sandison.
Palomar si limita a guardare. Restò al confronto con gli altri due mari e con quelli già visti in questo continente.