Parte I - Indietro nel tempo 

Spengo la luce mezza addormentata senza niente di meglio da fare che recensire un libro, scavare nella profondità del mio animo, interiorarmi, voglio far parte della schiera dei de-letterati e mi piacerebbe che questi de-letterati s'incontrassero sempre in un punto di ritrovo, magari il bar sotto debaser o, perchè no, in compagnia dei vari casi umani - e ovviamente no, non ho bevuto troppo, mai fatto, mai lo farò, perché se è vera la storia che i Jefferson Airplane non si sono mai drogati, allora sarà vero pure il fatto che, come ho già detto (scritto, se vogliamo essere precisini), non ho mai alzato il gomito - in più, sono educata, ed allo stronzo che si diverte a suonare quando stai in coda e non esiste possibilità di moto, non ho nemmeno mai alzato leggiadra il dito medio: possiamo concludere che tutto questo con il libro in questione (ma si può definire libro?!) non ci azzecca niente, o meglio, niet.

Comunque, per i miei temi strampalati a scuola, usavo sempre la stessa scusa succulenta -
professoressa, io sono in pieno flusso di coscienza - seh, come no, ci vediamo a settembre, Settembre mia cara - Ma, Joyce faceva così !!! - Tu non sei Joyce, mia cara ... eh Sì, grazie al cazzo.

Oppure avrei potuto dire che il mio tono sarcastico e semi-nichilista (come puoi essere semi-nichilista?? Bahh...) era dovuto all'enorme influenza esercitata su di me da un certo Marquis (ma chi cazzo è questo tipo?) ...ah ah ah, pochi anni dopo avrei ritirato questa domanda idiota e avrei apprezzato questo umorista e scrittore americano, che non a caso ebbe enorme influenza anche su Zimmie, Sì, lui, Zimmerman... e con i pensieri si torna indietro nel tempo, una visita a Trieste, io e mia madre, avevo 8 o 9 anni (magari la mia memoria avesse 512 gigabyte)...ci fermiamo a prendere un gelato, credo che avessi scelto fragola, o era amarena? Ambòh, comunque siamo su un ponte (Ok ok, mi documento, si chiama Ponterosso del Canal Grande), vedo questa statua commemorativa, la mia ingenuità formula un pensiero unico, altrochè: questo è un monumento ad un barbone bruciato in questo posto - anni dopo, no, dio mio, scopro che è una statua di...James Joyce! A Trieste...madonna, oh.

Beh, varie digressioni su un tema semplicissimo - il nulla.
Però vi giuro, io non ho bevuto. E nemmeno Jimmy Page si è mai fatto una groupie, nèh.

Parte II - Danza frenetica, femmina

Tarantula nasce come il Canzoniere di Francesco (non il Dj di quel capolavoro del cantautorato americano con venature techno, in stile Dead C, che è "Bella di padella"), rime e assonanze su fogli sparsi, poi raccolti, detti bozze, detti popolari - il mattino ha l'oro in bocca.
Non è poi così difficile immaginare un Dylan, reduce da una notte insonne a pregare il signor Tamburino di portarlo via, che si sveglia al mattino e comincia a scrivere. Dylan è nato per spaccare il foglio con l'inchiostro infuocato che usa - leggendo "Tarantula", ci si accorge che Roberto aveva ragione quando diceva: << I pensieri mi vengono più veloci della mano che deve trascriverli, come quando scrissi Hard Rain...cazzo, pensavo che non sarei riuscito a scrivere tutto quello che mi passava per la mente >> ... giochi di parole, piroette linguistiche spara-palline da tennis a cento all'ora, riflessi, specchi, riflessioni celate dietro l'apparente umorismo o sarcasmo - però, la fregatura eh, è tutto velenoso: si tocca il tema del Vietnam, la rivoluzione sessuale, c'è la devozione per Aretha Franklin, la musa, il sound più puro, colei che è senza schiena, angelo dei cieli, eterna Aretha, Dylan sbavabaci all'opera...

Il dollaro diventa lattuga, la gente superficiale o saccente è Senza Naso, le chiavi svolgono il ruolo principale di aprire porte nascoste, trasparenti vie verso un futuro incerto, congetture su eventi mai accaduti - la falsità che abbraccia calorosamente questi bei continenti e la gente che ci vive - a tratti Dylan brucia la carta sulla quale scrive, letteralmente:

Nella sala c'è un cartello con su scritto SILENZIO;
Nessuno lo rispetta: credo sia questo che
rende le persone diverse dai cartelli.

Parte III - Room Full Of Mirrors

La continua battaglia contro la plasticità bigotta - Dylan la conosceva bene, e come diceva in Rainy Day Woman (...intanto Jager cantava Mary Jane), nel '66: They'll stone ya when you're tryin' to be so good, they'll stone ya just like they said they would ... possibile che si riferisse al Festival di Newport del '65 ? Fu un disastro...vero Seeger?

I ain't gonna work on Maggie's farm no more... la gente voleva che Dylan continuasse a cantare che la giustizia faceva schifo (ma è mai stato diversamente?), che cantasse a proposito di vaghe risposte nel vento... nel vento inquinato dalla gente. Sì, Hattie Carrol è morta, che schifo questo mondo!

Estraggo una delle tanti Chiavi:

Ieri, all'assemblea dei vegetariani,
ho cantato la mia nuova canzone contro la carne...

E vissero tutti felici e contenti.

Ricapitolando - 1/ questo libro è fantastico 2/ sono note di copertina per un disco che non esiste, ma se proprio volete avere un quadro completo fate vostro il seguente carro armato d'Arte: Bringing It All Back Home (1965), Highway 61 Revisited (1965), Blonde On Blonde (1966), Tarantula (1971)... l'avevate capito no?

Mi sono dilungata, certo, non ho detto niente perché su un libro (ripeto: si può definire libro?) del genere si potrebbe parlare per giorni, tanto nessuno l'ha mai capito sino in fondo, eh, perché come diceva Joyce:

"I professori sono fissati con gli enigmi: Io ho riempito il mio Ulisse di così tanti enigmi, che i professori saranno impegnati per i prossimi due secoli"

Dovrebbe essere una cosa del genere, ora sinceramente, a differenza di Silvia, io non rimembro proprio.

Con tutto il rispetto, ripeto.

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