Se vi piacciono le atmosfere che creano gruppi quali Old Man Gloom, The Ocean, Neurosis o Mare, questi Bossk fanno proprio al caso vostro. Anzi vi faranno proprio felici, almeno quanto un labrador appena svezzato (e che ci crediate o meno i labrador appena svezzati sono molto felici).

 I Bossk sono un gruppo (quasi) totalmente strumentale e fanno un post rock così semplice, che poi tanto semplice non è, che ti rapisce subito. Ovviamente sono già belli che andati, nel senso che si sono già sciolti, e nella loro breve carriera (2005-2008) hanno pubblicato uno split con una band misconosciuta e 2 ep. Per la cronaca, il primo ep si chiama ".1" e il secondo ".2". Questo secondo lavoro è quello che più mi ha convinto; la prima traccia "Define" nei suoi 9 minuti rappresenta per me l'intero genere post-core-rock o come cavolo si chiama. Lo so, è una frase pesante se paragoniamo questa band con i mostri sacri che 'regnano' questo genere (Pelican, Isis e Cult Of Luna) ma per me è davvero così; per il semplice motivo che quando ascolto i Bossk le atmosfere dei gruppi sopracitati vengono come 'sommati' in un unico, grande flusso strumentale: "Define" è l'esempio lampante di questo flusso, con la sua semplicità disarmante.

 Per la serie "che cavolo me ne frega", il chitarrista adesso è il merch guy (quello che vende le magliette durante i concerti) degli Architects ed ha collaborato nell'ep d'esordio degli ottimi The Mire (ne consiglio l'ascolto, a me personalmente ricordano i Mare).

Come già detto con i The Chariot, queste sono giusto 2 righe per fare conoscere una band non presente nel database; di certo non vuole essere una recensione del disco (anche perchè non riesco proprio ad elaborarle). Alla prossima.

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