La prima volta che ho messo su questo disco ho pensato: "porcatroia, che melodia azzeccata sto pezzo! Avete già vint..." e tac. Dopo soli 52 secondi il brano si è interrotto. "E' uno scherzo?". Manco per il cazzo! Pensate di fare un incidente in macchina, tipo un bel frontale contro un platano. Appena l'urto si consuma si aprirà il vostro bell'airbag e avrete salva la vita. Solo che quest'airbag anziché essere pieno d'aria sarà pieno di merda. Sani e salvi. Ma, irrimediabilmente, riverniciati di liquami.
E' questo lo stato d'animo che permea il disco. Una burla di cattivo gusto fottutamente diabolica.
"Hissing Prigs In Static Couture" è un'opera malatissima di una band altrettanto malata. Schegge di follia isterica e autoironia maledettamente concreta.
Il classico gruppo che ascolti e pensi: "Ok, questi sono dei coglioni". Ma, chiariamo subito una cosa: ci son 2 tipi di coglioni. Quelli molli, senza forma, cadenti e piccoli. E quelli duri, tosti, aggrappati all'anguillotto con una forza tale da umiliare la gravità. Ecco, i Brainiac sono questi.
Falsetti improbabili e voci cavernose. Suoni elastici. Sintetizzatori apocalittici e rumori celestiali. Ritmi simil-dance e batterie mute. Tutto e il contrario di tutto. A sorreggere la trama del disco sono le schitarrate selvagge figlie di un garage furibondo.
"Pussyfootin'" è il titolo del secolo, oltre che un pezzo talmente deviato da risultare l'inno del cazzeggio. In "Strung" si scorgono i catartici Codeine di "Second Chance" (sta su "Frigid Stars"). "Nothing Ever Changes" è il singolone antiradiofonico dal ritmo spezzettato, voce trascinante e melodie azzeccate come il detto "porno e buoi dei paesi tuoi"(cit. puntiniCAZpuntini). E, guarda caso, in questa c'è la mano del solito Steve Albini.
Album targato Touch and Go che suona originale oggi, figuriamoci nel 1996.
Un giocattolo rotto che diverte lo stesso.
Anzi, diverte proprio perché è rotto.
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