La ruota? non si sa... La lampadina? Edison... La teoria della relatività? Einstein... La psicanalisi moderna? Sigmund Freud... La stampa? Guttemberg... Il primo uomo sulla luna? Armstrong...La contaminazione sonora moderna? Brian Eno e David Byrne! Una sparata? non credo.
Antefatto: è il 1981 e sono nel mio negozio di dischi preferito e chiedo al commesso, un ex freakkettone, cosa è uscito di recente e soprattutto di interessante (ebbene sì, mica come adesso che basta digitare Google.it...). Oltre a Bob Marley "Uprising" mi tira fuori da sotto il banco 'sto vinile dalla copertina spettrale che sembra il manifesto di un neo-movimento Dada. Io lo giro e lo rigiro e, guardando i nomi dei titolari, mi appresto a sborsare le mie 3500 lirette della paghetta tra mille dubbi e perplessità. Eno il vate dell'ambient con Byrne, il geniaccio del ritmo?! Sarà una sòla? (mica c'erano i samples allora...).
Bastarono i primi 30 secondi della puntina sul plasticone nero per rendermi conto che "stava succedendo qualcosa". Erano tutti lì, in quei 30 secondi, gli attimi che cambiarono la "mia" percezione della musica! Qualcosa di grosso che nemmeno io sapevo spiegare, sentivo d'un tratto che il mondo aveva cominciato ad accellerare e ad andare ad un altro ritmo e che tutto quello che avevo ascoltato prima non solo mi sembrava "vecchio" e superato ma, purtroppo o per fortuna, non sarebbe più stato lo stesso.
Un disco che veniva dal futuro e che ne presagiva i cambiamenti: ritmi sincopati e canti arabi registrati e mixati tra loro, composizioni strane in 3/4 con melodie ancestrali in contrasto con un canto elettronico spesso scratchato o rimontato "sfasato" su più livelli... insomma: cosa diavolo stava succedendo? L'elettronica che incontrava la spiritualità?! Dov'erano le "canzoni"? Cos'era questo strano miscuglio tra elettronica, world music, trance e sperimentazione? Da dove venivano questi due e soprattutto: DOVE ERANO STATI PRIMA? Mi rigirai la copertina cercando invano le poche note di copertina sperando in una spiegazione, una didascalia ma... niente, poche righe tecniche e niente di più. Ma come: questi stanno a fare una rivoluzione culturale e non dicono nulla? nessuna dichiarazione, nessun manifesto o altro?!
Così, a poco a poco, questo disco si impossessò della mia stanza, del mio universo, lentamente ed inesorabilmente: il "nuovo mondo" avanzava e stava contaminando le mie orecchie, il mio modo di fruire la musica, il mio approccio al futuro e finalmente, dopo qualche mese dal mio 18esimo compleanno,capii.
Capii che il mondo stava incamminandosi verso la contaminazione dei generi, nelle arti, nella pittura, nella letteratura e perlappunto nella musica... questo disco mi fece fare un "declic" culturale e da lì in poi, compresi meglio, e per certi aspetti in leggero anticipo, che l'arte del crossover, del remix, della fusione dei generi sarebbe stata la vera pietra miliare del ventennio a venire.
Epilogo: negli anni a venire arriveranno nuovi generi e nuove band ma, nel mio piccolo, compresi che il nocciolo, il primo atomo, insomma, tutto era partito da questo disco. Mai opera musicale fu così profetica. Mai disco fu così illuminante.
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