Ecco un bel disco che è diventata una vera e propria icona del mondo gay e non solo. Uscito in pieni anni '80 il disco coniugava per la prima volta la spensieratezza della disco-music anni 80 con tematiche tanto care a quello spaurito gruppo (gay? pervertiti? froci? oddio, e adesso?) che tanto faticava nel vedere riconosciuti i loro diritti e la giusta libertà di espressione ("l'età del permesso", che fa riferimento il titolo, era l'età stabilita "per legge" per avere i primi rapporti sessuali senza ripercussioni giudiziarie in inghilterra!).

Ma il movimento che i Bronski Beat lanciarono e refforzarono, forti della personalità intraprendente di Jimmy Sommerville, vera mente pensante e icona/bandiera del gruppo, fu l'allargare le tematiche non solo alla sfera omosex ma aderendo ai movimenti pacifisti (su tutte la splendida "No More War") e cantando di sogni e desideri trasversali ai giovani di oggi come allora. Un'ondata di novità dove il coraggio di fare outing e di rivendicare "fortemente" il proprio orgoglio gay fece da cassa di risonanza alle correnti culturali del momento, contribuendo non poco ad allargare questa base di coscienza umana e civile alla letteratura, al cinema, al teatro etc. Il tutto condito con la leggerezza e la rotonda solarità delle musiche, intriganti e spudoratamente ballabili che fecero scatenare le gambe e le teste dei giovani dei primi anni 80.

Uno dei lavori veramente catartici e folgoranti del trio londinese che si sciolse dopo pochi album abbastanza insignificanti. Sommerville ritentò la carta con i Communards piazzando qualche pezzo altrettanto valido poi il deserto. L'anno scorso, se non sbaglio, il glabro cantante ormai mezzo pelato ha fatto uscire un cd del tutto passato inosservato: lenta e inesorabile parabola comune a parecchie band che luccicano il tempo di un lampo per poi oscurarsi e finire nel dimenticatoio. C'est la Vie, caro Jimmi...

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