Da chitarrista, per esercitarmi usavo suonare l’intero album “Symbolic” dei Death. Sapete cosa voglio dire, vero?

Con questa domanda Dave “Brownsound” Baksh liquida i giornalisti che lo interrogavano sul perché avesse lasciato i Sum 41. Ebbene Dave Baksh, dichiarato amante dell’heavy metal, ha deciso di lasciare la famosa punk-pop band -i Sum 41 appunto- di cui fanno parte i suoi amici d’infanzia e con cui è diventato famoso per suonare la musica che realmente amava, per coltivare il suo vero sogno. Brownsound trova così le palle di lasciare un gruppo che, bene o male, 3-4 milioni di dischi li ha venduti, per ripartire da zero: ripartire a vendere i demo ai concerti e ripartire a cercare contratti discografici che, se non avrebbe avuto il coraggio di coltivare la sua vera aspirazione, avrebbe avuto facilmente, e pure lucrosi. La sua decisione di passare da un genere di facile presa ed orecchiabilità in milioni di adolescenti come il punk-pop alla Sum 41 a uno meno lucroso ma più personale come l’heavy metal merita lodi, e non poche.

Il risultato di questa nuova direzione musicale intrapresa è la fondazione dei Brown Brigade, composti da Dave Baksh in persona e suo cugino Vaughn Lal, un bassista di scuola funky e con un discreto buon bagaglio tecnico, unici membri fissi. La band in questione propone un heavy metal suonato classicamente ma miscelato durante gli show dal vivo con i ritmi reggae caraibici, grazie a percussionisti assoldati solamente per suonare live, tipici del paese natale dei due cugini, la Guyana. E, a suo volta, il primo prodotto di questi Brown Brigade è questo “In the Mouth of Badd(d)ness”, che mi appresto ad esaminare perché qua in Italia non è (quasi) per niente conosciuto (strano…).

Dave Baksh in questo primo LP del suo nuovo gruppo dà sfogo a tutta la creatività che era stata repressa durante il periodo trascorso nei Sum 41 e dà vita a un’ingente quantità di riff coinvolgenti, alcuni in pure stile Iron Maiden, altri più “thrasheggianti”. Ma non è tutto. Infatti nell’album in questione sono presenti anche due canzoni, “Aggravation Plantation” e “Fear of a Brown Planet”, dal sapore più anni ’70, più hard rock e due, “Down with Brown” e “Last Writes”, che mostrano l’influenza funky di uno dei due membri in particolare. Da segnalare inoltre la presenza della cover di “Hallowed Be Thy Name”, che testimonia l’importanza dell’influenza maideniana. Questo “In the mouth of badd(d)ness” scorre in un susseguirsi di canzoni dalla media qualitativa abbastanza alta da non permettersi all’ascoltatore di annoiarsi; su tutte spiccano in particolar modo “Blame the Wizards”, “Purebread”, la title-track e “WD-80”.

In conclusione, davvero un buon debut album, che smentisce tutti coloro che hanno pensato a Dave Baksh, come “lo sfigato dei Sum 41 che vuole giocare a fare il metallaro”. Davvero tanti complimenti a Dave Brownsound Baksh.

Elenco tracce e video

01   E2 the F (Homeboy) ()

02   Purebread ()

03   Blame the Wizards ()

04   Aggravation Plantation ()

05   Blues Warrior ()

06   Fear the Brown Planet ()

07   Hallowed Be Thy Name ()

08   Down with Brown ()

10   In the Mouth of Badd(d)ness ()

11   Make Way Fe de Yout! Dem ()

12   Last Writes (Thusfarvolume1) ()

13   Relaxation Plantation (Superboppafreakwalizer) ()

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