"Before The Fame", uscito nel 1999 in edizione semi-ufficiale per una etichetta minore, è un documento storico molto importante per ogni vero appassionato di Springsteen e non solo: coglie infatti le registrazioni del 1972-1973 e di conseguenza l'arco di tempo che intercorre tra le prime audizioni per il celebre talent-scout John Hammond e le idee iniziali che andranno a innervare i primi due dischi dell'artista del New Jersey.

Uno stile prettamente dylaniano e la presenza marcata del suo proverbiale pathos sono le caratteristiche peculiari di demos in cui è quasi totalmente assente la presenza di una band (a eccezione di "Evacuation Of The West"). Racconti del Vietnam, di strada e di situazioni familiari si intrecciano dando vita a testi visionari che in alcuni casi fanno gridare al capolavoro (la anti-nixoniana "Prodigal Son" e la pianistica "If I Was The Priest", la canzone che a detta dello stesso Hammond iniziò a fare la fortuna del futuro Boss) e in altri mostrano solamente un ragazzo alla ricerca della sua definitiva dimensione artistica e sociale. Il primo disco presenta brani interessanti come la lenta e raffinata "Southern Son", la allusoria "War Nurse" e una canzone che sembra presagire già oltre un ventennio prima certe atmosfere di "The Ghost Of Tom Joad"; il secondo disco invece essendo sicuramente più vario e movimentato è impreziosito da canzoni che avrebbero meritato senza dubbio miglior sorte ("Randolph Street(Master Of Electricity)", le travolgenti in tutti i sensi "Cowboys Of The Sea" e "Two Hearts In A True Waltz Time"), da due canzoni che dopo varie vicissitudini finiranno sul cofanetto Tracks ("Bishop Danced" e "Zero And Blind Terry") e da una intensa ballata come "Tokyo", forse debitrice del migliore Van Morrison.

Nonostante Springsteen si sia opposto alla pubblicazione di questo materiale, che vale ampiamente le tre stelle, ritengo fondamentale il suo ascolto per comprendere appieno le sue primarie influenze e non solo quelle dylaniane.

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