Siamo alle solite. Esce il nuovo del Bugatti, mi aspetto una cosa e invece lui ne tira fuori un' altra da quel cilindro di idee scoppiettanti che ha. Mi aspetto storie roccheggiantemente ciondolanti miste a quel lo-fi sbilenco e beckiano a lui tanto caro e se ne esce con "Contatti" elettro-pop dal gusto amaro e sintetico che parlano di noi, che sanno tanto di anni ottanta a neon quanto di un 2000 plastico e scontento. Se ne esce con un album pieno di tastiere, sinth, piani sixties e che colpisce al centro delle nostre storie quotidiane, proprio per l'attualità dei suoni e dei testi, in quel garbuglio di problemi e difficoltà con le quali, chi prima chi dopo, tutti siamo costretti a fare i conti.

E' eclettico Bugo, mago dell'estemporaneità. Osservatore puntuale del quotidiano in chiave tanto "casalinga" quanto forestiera. Poeta bambinesco intelligentemente istantaneo e semplice. Il tipo un pò matto che sembra cazzeggi, ti prenda in giro e invece ti riesce a cantare con una disinvoltura scarna e canzonatoria di mutui da pagare, di storie che finiscono, di catasti e condomini (Balliamo Un Altro Mese), di "mali in comunione e beni separati" (C'è Crisi), di amori su un "Love Boat" alla deriva o del benessere che perseguita una società oberata dal troppo, "ridotta all'eccesso e non all'osso" ("Primitivo"); in un linguaggio immediato e urbano così semplice e ficcante da chiedersi perchè non c'ho pensato prima? Perchè non t'ho incontato prima? Tu che parli come me dei tuoi problemi e delle cose? Amaro e ironico scherzoso e impreparato?

Il risultato è un lavoro brillante per nulla stanco. Reattivo e lucido. Si passa dall'elettronica glitterata e aspra di "Nel Giro Giusto" e "Balliamo Un Altro Mese", al pop spensierato di 'La Mano Mia'. Dal soul scanzonato di "Posso Uscire" e "Posso Entrare", all'hip hop (che è anti-rap per eccellenza) di "Primitivo" e dell'originalissima e caustica "Le Buone Maniere". Dal beat-pop romantico di "Love Boat", al pezzo cantautorale cocente vero e proprio, "Felicità"; che sembra star lì a ricordarti quanto tu possa essere infantile e ingenuo ora. Fino ad approdare a quella che è il piccolo capolavoro perfetto e desolante di "Contatti": "C'è Crisi" che, con quell'intro di organo e quel intercedere vagamente sixties, accompagnata da uno dei più bei video italiani degli ultimi tempi (diretto da Lorenzo Vignolo) e da un testo tanto essenziale quanto liberatorio si merita una menzione a parte. Tutto questo in un frullato di pezzi elettrici da dancefloor, (alla produzione c'è Stefano Fontana alias Stylophonic, tanto per farci un'idea), misti e ballate stilosissime e inusuali con un unico vero tema portante: i contatti. Quelli umani, quelli tra noi essere complicati. Contatti 2008. Quelli del vostro pc che ormai è diventato una vita a sè stante, quelli difficili con la vostra donna che sono giorni che è spenta e non vi parla, quelli col lavoro che fai, dove sembri fuori luogo perchè gli altri quelli veri d'uomini lasciano la scia e profumano d'oro. Contatti quotidiani, quelli con noi stessi e gli altri. Quelli difficili, quando tutto sembra più difficile.

Forse pure stasera ho bevuto troppo. Mi si incrociano gli occhi davanti alla tastiera. Magari metto su quel matto di Bugo così la smetto di pensare a tutte le mie "me" e a tutti i miei "loro". Bugo mi dice piano piano su quelle note di pianoforte e campanelli che "sono giorni che mi vede pensierosa, che ho perso l'equilibrio, che sistema tutto lui", il mio "Sesto Senso".. "lui che non sbaglia un colpo, che mi tiene sveglia". Quella a cui magari riuscissi a dar retta ogni tanto. Lo so, faccio cantare il cantastorie metropolitano novarese nel mio stereo sperando che l'umorismo torni mentre a galla riemerge solo l'amaro, ma lui torna da solo fa parte di tutto questo. Eccolo il Bugo del 2008: amaro e dolce, ironico e pungente. Io l'ho già aggiunto ai miei contatti, voi? Chi aggiunge un amico..

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