Quando ascoltai per la prima volta i Bull Brigade non mi fecero impazzire, non riuscivo a inquadrarli. Mi aspettavo una roba stile Banda del Rione, invece il loro sound meno schematico e più stratificato, le loro atmosfere così complesse e i loro ritornelli relativamente poco immediati, considerando che di Oi! si parla, mi lasciarono una mezza delusione. Poi, passo passo, sono arrivato ad apprezzarli, e ad oggi confesso che li ascolto molto più spesso dei Banda del Rione.
Del resto, da filologo musicale quale in realtà non sono, non potrei ignorare che i Bull nascano anche dalle ceneri dei BdR, raccogliendone l'eredità. Ciò è evidente nei temi trattati: Torino è al centro. Torino e la vita di periferia, Torino e le sue notti punk, Torino e la pioggia sull'asfalto. Sostanzialmente apolitici, i Bull Brigade hanno infatti come obiettivo quello di raccontare la vita di ragazzi arrabbiati e senza grandi speranze attraverso quelle emozioni che ogni metallaro, rocker, skinhead (ma anche tanta gente normale) provava tra i sedici e i ventidue anni. È un concetto quasi ineffabile: nostalgia, noia, Weltschmerz, rabbia, un generico sentimento di grandezza. Gli artisti che hanno provato a raccontare queste e simili emozioni, con risultati incredibili, sono tantissimi: dalla PFM con "Impressioni di settembre" a Bassi Maestro con "Foto di gruppo" e a dirla tutta già nel vecchio hardcore qualche "sentimentalismo" si intravedeva. Ma i Bull Brigade portano tutto ciò nella massima espressione punk, togliendo l'aura atemporale di opere come quella della sopracitata Forneria (o forse rendendo il messaggio atemporale ma in un altro senso e modo) e inquadrando appunto in una specifica città: Torino. Mi chiedo se a volte quello di dare questo ruolo a una città non sia un nobile pretesto per riuscire a inquadrare meglio queste emozioni. Riprendendo l'esempio di prima, potrebbe essere interessante notare proprio come anche Bassi Maestro non rinuncia a chiamare in causa "la semplice bellezza di Bologna e delle sue serate". Ma del resto è un processo di elaborazione delle emozioni da cui in pochi sono esenti: dai Modena City Ramblers ai Colonna Infame Skinhead fino a Zerocalcare e Plakkaggio, la città spesso è elemento attivo e non solo sfondo. È solo un modo inconsapevole di raccontare? Forse, in fondo del resto ognuno ha nel cuore un luogo diverso, ma non c'è nulla di sbagliato.
Un minuto e mezzo di schitarrate e parte "Dopo la pioggia". Un destino segnato, gli sfoghi con gli ultras, la pioggia e le rondini che volano via. Magistrale linea di basso. Livelli ancora alti con la doppietta "Strade Smarrite" e "Costruito a Torino". Racconti di asfalto, concerti, nottate, amori, rancori. Oi!
Arriva "Birra", dei BdR, ottimo brano che già conosciamo, per seguire con la cadenzata "Keep the Faith", una vera Oi! ballad. "Ed ogni notte sembrerà puzzare di noi... Bull Brigade, Torino Oi!". Si racconta di notti scolpite nel cuore: "quella degli schiaffi e quella in cui... ti sei perso dentro agli occhi suoi". Anche l'amore in mezzo a tanta brutalità. Ancora notti maledette con la bellissima "Dannato Pub", storia di dolori e lacrime sfogati nel bere. Eugenio Borra si conferma un grande songwriter: "ogni rimorso un'altra scusa mi darà, dannato pub!". Chiude il disco la solidissima triade "Vendetta", "A way of Life" (coro azzeccatissimo) e "Sulla collina", col suo testo che tocca la poesia.
I testi sono fantastici, con un lessico a volte ripetitivo (molto usati termini come "notti", "eroi", "città"...) usato per raccontare al meglio. Musicisti di buona preparazione, riff micidiali, linee di basso incredibili una batteria incalzante a sostegno di una voce perfetta e sgraziata. I Bull Brigade si confermeranno enormi con "Vita Libertà", pur non ai livelli di "Strade Smarrite", per poi calare con "Il Fuoco non si è spento", disco comunque apprezzabile.
"Strade Smarrite" diventa quindi un punto di riferimento dell'Oi!, tra citazioni colte ("e una madre non ti aspetta più") e una grande personalità. In pochi hanno raccontato così bene. Voto: 91/100.
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