I Burn After Me sono la classica band che non sarebbe durata molto, per via di una proposta artistica metalcore oriented che di sicuro non avrebbe offerto loro chissà quale futuro (specie se sei italiano). Una considerazione che probabilmente avrà persino turbato i sogni di questi musicisti, al punto da spingerli a cambiare drasticamente rotta verso nuovi lidi. Quali?! Quelli della sperimentazione, tra sacro e profano. Sì, avete capito bene, tra sacro e profano, ossia “Aeon”. Questo lavoro è ciò che non ti aspetteresti mai di sentire da chi suonava tre accordi triti e ritriti fino a ieri, qualcosa che va ben oltre partendo da un concept: La Divina Commedia di Dante Alighieri. Eccovi svelato l’arcano: “Aeon” è un concept album legato a questa incredibile opera, suddiviso nelle sue tre fasi portanti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Come dividere tre scenari del genere in ambito musicale: a prima vista cosa assai complessa, ma ascoltando il risultato si direbbe di no. L’inferno è il metal nella sua forma più aggressiva, ai confini del death metal. Il purgatorio prende il nome di sperimentazione, di djent, di voglia di osare. Il paradiso è invece il lato più soft della musica, il rock dai toni melodici, qualcosa di molto orecchiabile. Detto ciò, ci troviamo quindi di fronte a un lavoro diviso in maniera netta su queste tre parti, qualcosa di difficilmente catalogabile e soprattutto destinato a una tipologia di ascoltatore che non disdegna cambi di gioco degni del miglior fantasista. Quindi se da una parte il metallaro potrà gasarsi nella parte inerente all’Inferno, dall’altra rimarrà per certo basito una volta toccato il Paradiso. Detto questo bisogna però dar merito a questi ragazzi che, se non altro, si sono spinti oltre la propria zona di comfort, andando a osare. Il risultato finale è senz’altro positivo, un disco curatissimo in ogni sua parte (la produzione di Simone Mularoni e l’artwork di Davide Mancini fanno da conferma a quanto appena detto), di sicuro però “l’anticamera” tra una situazione e l’altra poteva essere studiata meglio, in quanto troppo netta all’ascolto. Un neo che non va però a macchiare l’operato dei Burn After Me, gruppo che – spero – non si fermerà a questo singolo episodio a tema, in quanto le basi poste sono senza ombra di dubbio molto interessanti!
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