Sarà che non dormo da due giorni, o forse sarà la primavera o forse in qualche modo c'entra la cattiva digestione ma ultimamente sento un gran bisogno di attenzioni.
E quindi vinco il mio riserbo e per la seconda volta mi metto a parlare (da solo) della mia ghenga di amici e dei dischetti che ci registriamo in garage.

Potrei partire dal titolo stavolta e rievocare con un pizzico di nostalgia i bei tempi andati, le giornate di sole, il sudore, le grandi emozioni e la capacità di vergognarsi che sarà anche stata una cosa ridicola ma che gli psicoterapeuti, mi dicono, considerano essere una reazione sana agli affronti della vita.

Ecco, potrei anche parlare di tutto questo, ma fondamentalmente Shame On Call Me Platypus perché sì, diciamocelo, il primo EP è sempre qualcosa di cui poi ci si vergogna. E allora scriviamolo direttamente sulla copertina: Shame On Call Me Platypus!

Lo riascolto ora dopo qualche anno di nebbia e devo dire che è un po' come quando si rivede una propria foto di diversi anni fa: lo sapete no? Il tempo ti fa vedere tutto in prospettiva, ti trasforma e alla fine non ti vergogni più di quella posa del cazzo perché fondamentalmente non sei più tu quel coglione che ride in foto.

E allora per la vostra gioia, ma sì dai, lanciamoci in un malaugurato track by track, che tutto sommato queste povere, ignorate, bistrattate, ripudiate canzoni meritano un paio di parole dolci da parte dei loro creatori.

Indians: quando ho buttato lì l'idea di fare una canzone alla Gun Club mi fregava solo che ci fossero chitarre slide a iosa. E anche se alla fine con i Gun Club non c'azzecca nulla le chitarre slide ci sono e i riti voodoo li abbiamo celebrati alla grande quindi sticazzi!

Conduit Engine: la struttura ricalca quella di Happines Is a Warm Gun (eravamo molto modesti), parte da un qualcosa che potrebbe essere post-gotico per arrivare a un ritornellino rock n roll come piaceva a mia nonna. E mia nonna si scassava alla grande, non avete idea.

Sonic Samba: il nostro dolcissimo inno alla misantropia. La hit dell'estate che nessuno si è cagato.

Pegasus Plumcake: accordi sui denti, malessere esistenziale e plumcake pucciati nel latte. Volete qualcosa di più? Non siete mai contenti!

Neomelodic Goes Intergalactica: riascoltata oggi dico...ma porca miseria: ma quanto eravamo fighi a suonare qualcosa di così completamente senza senso? Il risultato non è di certo al livello delle nostre ambizioni di allora, può far ridere, essere kitsch, avere un sacco di stonature ma quanto gli vogliamo bene a Neomelodic!

Quindi sì, parlavo di vergogna, di ricordi. Ma fondamentalmente parlavo del fottersene tantissimo e di seguire le proprie passioni.


Minuscole band di tutto il mondo che suonate nei vostri garage e proponete roba totalmente indigesta a qualsiasi etichetta musicale che abbia un minimo di buonsenso: riunitevi.

E fatelo esplodere questo cazzo di Big Bang di creatività di cui questo paese ha disperatamente bisogno cazzo!

P.S: se volte darci un ascolto, tutto gratis qui:

https://callmeplatypus.bandcamp.com/album/shame-on-call-me-platypus

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