Napoli: Quinta giornata dell'adunata sediziosa, la più importante. A farci saltare questo sabato sera toccherà al signor RezzaCapa.
Inizio concerto ore 22.00
Primo inconveniente della serata, come ogni cosa "umana" che si rispetti c'è sempre qualche errore o inconveniente.
Ebbene il CaPa della musica è uscito di scena con due ore di ritardo, in questo tempo che pareva interminabile il pubblico era nel fermento totale. Io ed il mio pupazzo del sabato sera morivamo di noia.
Ecco inizia! Si spengono le luci, gioco di fumo e che il live abbia inizio.
Inizia l'intro di "Annunciatemi al pubblico" e davanti ai nostri occhi abbiamo Tastierista e bassista vestiti a lutto che portano a centro palco una bara, la seconda voce vestito da prete con l'incenso tra le mani è al loro fianco ma non si vede Lui.
Ancora un pò e da dietro la batteria esce Il Caparezza vestito da angioletto!
Spumeggiante come non mai ci delizia col continuo della prima canzone di "Habemus Capa". Fin dalle prime battute si capisce che CaPa e le Ortiche sono in gran forma e hanno voglia di divertirsi. Nell'intermezzo tra prima e la seconda canzone Capa parla di tutto ciò che è verde e ci fa capire che la prossima canzone è "Inno Verdano". Il pubblico si scatena: Capa chiede collaborazione e migliaia di occhi acconsentono. Tutti cantano la marcia di questa grande canzone.
E' tempo di "The Auditels Family" Capa ha un casco con tanto di antenna in testa e una televisione a tracolla, Geniale. Poi prima di cominciare di nuovo col rito musicale, Capa fa una pausa e si concede "un colloquio sul più e sul meno col pubblico", si meraviglia di tanta collaborazione e urla "Napoli sei fantasticaaa".
"Io non capisco perchè i pargoletti vengono ai miei concerti e a quelli degli Iron Maiden no.
Una volta preso dalla curiosità domandai ad un bambino e lui mi rispose: bè perchè io i tuoi testi li capisco meglio di te!"
Così con una dedica ai bambini (e al bambino che c'è in noi) parte "Fuori dal Tunnel" tormentone indimenticabile di un paio d'estati fa. "Nessuna Razza" e Capa poga e poga.
Si apre un vero e proprio ristorante con "stanco e sbronzo" con bottiglie di Vino qua e là che sembrano aumentare l'adrenalina dei 5 di Molfetta e un pubblico ancora sempre più caloroso canta a ritmo e con il solito gioco di mani a destra e sinistra "eeee ubriaca è la mia vista là là làà".
Super pogo anche con "Vengo dalla luna", "Dalla parte del toro" e "Titoli" dove il pubblico spende al massimo le sue forze per scatenarsi.
Altri pezzi da segnalare sono: "Felici ma trimoni", "La finta sassaiola dell'ingiuria", "Ninna nanna di mazzarò" e "Iodellavitanonhocapitouncazzo".
Unica pecca della serata: non sono stati suonati alcuni pezzi fondamentali della discografia di CapaRezza quali "Gli insetti del podere", "Dualismi", "Il secondo secondo me", "Habemus Capa", ma si sa: se avrebbero suonato questi, di certo sarebbero mancati i pezzi suonati, è la legge del live.
Per il resto è stata una serata magica, Capa era in super forma, ha dato il meglio di se. Basso, batteria, tastiera e chitarra hanno fatto il loro dovere in modo eccellente. Come sempre Capa e le Ortiche dimostrano la loro bravura anche dal vivo.
L’organizzazione è stata ottima con vari temi trattati all’interno prima del live: no agli inceneritori, no ai carceri, e con proiezione di film.
E noi ringraziamo, una delle poche feste non commerciali di Napoli.
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