Cercherò di essere il più breve possibile in questa bigia e piovosa mattinata settembrina.

Giudizio totalmente, assolutamente negativo il mio sul nuovo disco dei Carcass.

Ho letto quasi solo commenti positivi in rete; recensioni che raccontano di un gran disco, di un ritorno di pregevolissima fattura. De gustibus...Però quando leggo troppi elogi di un nuovo lavoro nascono in me i primi dubbi, senza nemmeno aver ascoltato nella sua integrità Torn Arteries.

Infatti sono soltanto cinque i brani che ho scelto, che ho voluto per così dire "provare". Mi sono bastati per bocciare l'album.

Ed i Carcass, lo ricordo per quei pochi che non mi conoscono, sono una di quelle band che ho idolatrato, morbosamente, sul finire degli anni ottanta e fino alla pubblicazione di Heartwork nel 1993. Un gruppo spietato, leggendario, sanguinario, che ha saputo unire Grindcore e Death Metal regalando macabre perle di inusitata violenza e maligna espressività.

Ma torniamo al presente.

Partendo dall copertina che trovo pessima, da presa per il culo. Ma cosa vuole rappresentare quel cuore vegetale circondato da uno sfondo bianco, pulito, senza macchia? No comment che è meglio...

Produzione della Nuclear Blast come al solito precisa, cristallina, lineare; ma perchè non sporcare la scena con un qualcosa di grezzo, di marcio, che rimandi al passato trucido delle Carcasse? Anche in questo caso non dico altro, potrei essere troppo volgare e maleducato...

Sono rimasti Jeff Walker e Bill Steer; navigati cinquantenni che vogliono ancora stupire, senza riuscirci per quanto mi riguarda.

E veniamo alle canzoni. Ripeto ne ho ascoltate soltanto la metà, andano fin oltre il mio livello di sopportazione uditiva. Le ho trovate noiose, banali, scontate. Cito l'opener "Torn Arteries" che contiene tutti quegli elementi da pollice verso: inizio trattenuto, poi parte la tipica accelerazione carcassiana, con le due voci di Jeff e Bill che cercano di ritrovarsi, di intimorire, di spaventare. Ma ciò non avviene, purtroppo. Assolo di chitarra di Bill tecnicamente valido, molto Hard oriented, ma sempre dalle parti dell'ovvietà.

Ma sono i quasi dieci minuti (10 minuti una song dei Carcass? Non volevo crederci, credetemi) di "Flesh Ripping Sonic Torment Limited" a farmi incazzare ancor di più grazie già ai primi 20 secondi dove si sente soltanto una chitarra acustica, suonata con grazia, con mestizia. Da non crederci... Sorvolo sugli altri nove abbondanti minuti che oserei definire Death-Prog da ulcera allo stomaco.

Disco che venderà a palate ne sono convinto. Ma per me i Carcass sono, anzi sono stati, ben altro.

Diabolos Rising 666.

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