Finita la grande stagione della commedia all'italiana (quella di Monicelli e Risi) cominciò, verso la fine degli anni Settanta, la commedia italiana. La differenza sta nei personaggi: la prima era un commedia che voleva essere specchio fedele ed ironico della società italiana, la seconda è un commedia più sciatta, meno calata nel tessuto sociale utile più a far ridere che a far sorridere. La commedia italiana vede fra i propri padri fondatori, cabarettisti prestati al cinema, da Carlo Verdone a Roberto Benigni, da Renato Pozzetto a Massimo Troisi. Dei quattro, il migliore fu senz'altro Troisi, seguito da Benigni e Verdone. Pozzetto era più stralunato, più surreale, più duttile se utilizzato in film costruiti su gag che non su storie di lungo respiro.

Soffermiamoci su Verdone. Grande cabarettista ai tempi di "Non Stop" e discreto attore-regista ad inizio anni Ottanta, quandò spopolò tra i giovanissimi (ma non solo) con due pellicole che oggi sono state innalzate al rango di "cult": "Un sacco bello" e "Bianco, rosso e Verdone". Poi, una serie di film oscillatori, alcuni molto riusciti ("Maledetto il giorno che t'ho incontrato") altri meno riusciti ("Perdiamoci di vista", "Sono pazzo di Iris Blond"). Quando ha tentato la strada della commedia romantica il pubblico ha risposto freddamente, quando è ritornato alla comicità fatta di personaggi (magari un po' slegata) ha riscosso un successo clamoroso (si pensi a "Viaggi di nozze").

Sulla scia di quel "Viaggi di nozze", Verdone nel 1998 ritenta la carta della comicità stile "Un sacco bello". Questa volta però, al posto di costruire una serie di personaggi da unire in una storia, ne cesella solamente uno, che però, per sua natura è camaleontico, e perciò è come se fosse non uno, ma tanti. Armando Feroci, alias Carlo Verdone, è il protagonista di "Gallo cedrone", commedia umoristica che ottenne sì un grande successo di pubblico, ma venne anche stroncata dalla maggior parte dei critici.

Il film in sé è una sciocchezzuola (e già questo non depone a suo favore), perché racconta una storia banale, e per di più la racconta anche maluccio. Feroci è un volontario della Croce Rossa in un paese arabo, ma, per non smentire la propria fama di Don Giovanni, cerca di sedurre una donna del posto. Finisce in galera. La televisione si interessa del caso intervistando amici, conoscenti, parenti, ex fidanzate, raccontando la vita di un cascamorto per vocazione.

Film, si diceva, eccessivamente sfilacciato. Perché la storia non riesce a reggere, perché è tutto così palesemente forzato che l'ironia e la satira, più che all'acqua di rose sono praticamente inesistenti. Nonostante la bravura di Verdone attore (innegabile) tutto viene rovinato da una sceneggiatura brandello (scritta comunque da vecchi volponi della commedia nostrana, da Piero De Bernardi a Leo Benvenuti) e dalla solita mediocre regia dello stesso Verdone. E così, alla fine, quello che resta di questa commedia italiana non sono la satira ai paesi arabi ed all'intransigenza morale e sessuale tipica dei musulmani (come vorrebbe fare Verdone) ma i soliti pezzi di bravura dell'attore, trasformista come pochi altri. Alcuni passaggi comunque sono veramente spassosi: il quiz a cui partecipa Feroci in cui riesce a distinguere il suono del rumore del motore di vari tipi di macchine; il raduno nostalgico fra vecchi amanti del rock'n roll in cui tenta di spacciarsi per figlio "abusivo" di Elvis Presley; i duetti col fratello dentista e gli incovenienti che sembrano cadere a pioggia sulla fidanzata del fratello, una bravissima Regina Orioli, nella parte di una fascinosa ragazza cieca. Impagabile Verdone che tenta di far credere alla ragazza di essere arrivati nella piazza di Pisa vicino alla torre quando in realtà si trovano con la macchina ferma in uno squallido campetto di calcio di periferia.

Pezzi di bravura, momenti che presi così fanno anche ridere, ma inseriti in un contesto più ampio come può essere un film rischiano di affondare senza nemmeno meritarlo. E "Gallo cedrone", qualcosina in più, lo meritava. Meglio comunque del becero "Viaggi di nozze".

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