Carmen Consoli è tornata. In questi anni, facendo un pò come fanno i pescatori, Carmen ha messo le reti al sole. Le ha ripulite, le ha fatte riposare e ha fatto loro assaporare la luce del sole. Parallelamente il maggese della terra, nella sua terra, le ha permesso di elaborare emozioni e di condividerle con il suo nuovo album.
Carmen Consoli ha unito nei suoi testi, mare e terra, mente e anima. Dove gli eventi incontrollati del mare vengono accolti e accuditi dalla terra. Dove, a volte, un pensiero diventa il luogo dell'anima in cui rimanere pur non volendo stare.
"L'abitudine di tornare" non è una mera cronaca del quotidiano. Carmen non è una cronista. Carmen è la voce di una fotografia, di tante fotografie. La sua fotografia, a differenza della cronaca, coglie le sfumature che riescono a toccare parti inespresse di ciasciuno. Carmen é il Lars Von Trier della musica. La sua presa diretta ad occhio nudo sul mondo le ha consentito di scrivere testi straordinari, di inerarrabile delicatezza pura, emozionante.
I testi e la loro sequenza nell'album rappresentano il cammino di un occhio vigile ed attento ma anche di una profonda aspirazione verso la pace e la serenità. Non a caso l'album si chiude con una meravigliosa ninna nanna dove si intravede un posto dove poter sognare, riposare e ripulirsi.
Carmen Consoli usa le parole, in questo album, per emozionare. Consapevole che solo emozionando si può creare empatia ed ascolto su temi difficili e crudi senza dimenticare che tutti abbiamo bisogno di una piccola isola dove poter cantare anche noi stessi.
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