Se vi chiedessi, qual é il miglior album di progressive? Molti di voi saprebbero esattamente cosa rispondere, altri giustamente penserebbero che é una domanda del cazzo. Ma se invece vi chiedessi qual é il miglior album strumentale di progressive? Allora immagino, molti accennerebbero ad un espressione dubbiosa cercando di ricordare qualche titolo.

Io risponderei senza esitare che un forte candidato sarebbe il primo album dei Cartoon.

Il progressive classico puó definirsi un genere cantato, quindi, seppur supportato da un enfasi strumentale, la forma canzone rimane intatta. Nel progressive strumentale dovremmo invece parlare di composizione. L´attenzione si sposta verso forme appartenenti alla cosidetta musica classica; la suite, la musica da camera e tutto il ventesimo secolo.

Quest´ultimo in particolare, ha permesso di fondere senza difficoltá le oramai mature influenze del rock progressivo di bande come i King Crimson, Yes e ELP, all´ecclettismo del rock in opposition.

Siamo nel 1981, un anno insolito per trovarci un ottimo disco di prog, peraltro proveniente dagli Stati Uniti d´America, dove, in controtendenza con la cultura dominante che vuole che gli americani giochino sempre in anticipo, il progressive arriverá con un certo ritardo. Questo ritardo permette peró appunto ai Cartoon di arricchire la loro musica con alcuni spunti presi dal rock in opposition, movimento che influenzerá poche, ma ricche realtá del nuovo continente. Infatti, giá prima di loro, con gli Happy the Man, poi con i Thinking Plague e con i 5uu's si sente forte il pulsare di un movimento che dará vita a numerose collaborazioni con i piú rispettabili oppositori europei, a cui prenderá parte anche Scott Brazieal, il geniale tastierista dei Cartoon, un insolita formazione a tre, tastiere appunto, chitarre (Mark Innocenti) e batteria (Gary Parra).

Ma tutto questo non sarebbe bastato a fare di questo album un capolavoro nel suo genere se l´elemento gioventú non fosse presente; questo disco é stato partorito da tre ragazzi all´apice delle loro energie, cosí sicuri e pieni di fiducia in se stessi da credere di poter toccare il cielo con un dito. E si sente fra i solchi la forza e l´audacia, l´energia e il coraggio, e questo sentire é ció che rende questo disco qualcosa di irripetibile ed unico.

Non ho intenzione di descrivere la loro musica, mi sembra sufficiente sottolineare che Scott Brazieal in questo disco suona magnificamente, senza nulla da invidiare a gente del calibro di Emerson o Wakeman, accompagnato da un notevole ma non troppo in evidenza chitarrista e da un batterista grintoso ed efficace.

Imperdibile per gli amanti del genere. Poi giudicate voi: Shark .

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