Ecco una DOPPIA RACCOLTA dei brani più significativi (e non) della carriera dei CCCP Fedeli alla Linea ASSOLUTAMENTE da avere per tutti quelli che non hanno mai avuto la fortuna di conoscere questa band.
Per tutti quelli che si accontentano “solo” di queste 24 canzoni e non vogliono ricomprarsi l’intera discografia.
Ci sono poi alcune rarità come “TOMORROW” con Amanda Lear e alcune mancanze gravi come “AGHIA SOFIA” e “ MACISTE CONTRO TUTTI”. Il lavoro infatti è strutturato in 2 cd.

Il primo “Danza” è orientato verso brani ritenuti forse più leggeri, dai ritmi elettroreggae di “And the radio plays” fino alla dolcissima “Annarella”.

Il secondo “ MILITANZA” è farcito di canzoni ritenute veri e propri atti d'amore verso l'impero sovietico “A JA LJUBLJU SSSR” , “SPARA JURI” E “CCCP” il dramma della situazione palestinese e le notti perse fra la nebbia padana.

Un bel “cofanetto” se vogliamo (dalla splendida copertina vagamente warholliana) che racchiude in se un periodo storico e ricco di fermento dal punto di vista musicale, per questa band “atipica” nel panorama italiano. Questo gruppo infatti, nacque come elemento di "rottura" all'incalzare sotterraneo e imminente dei Favolosi Anni 80 col loro carico di pailette, edonismo e fancazzismo multicolor.

Il gruppo decise di contrastare in maniera vigorosa il sistema capitalista europeo basato sull'economia leggera attraverso il recupero dell'ideologia "opposta" dello statalismo insito nel Patto di Varsavia (anziché la Nato)... ma era più una forma di provocazione e un modo per "uscire allo scoperto" più che una vera e propria scelta ideologica tout court. Il tutto poi, contaminando ed estremizzando il melting pot facendosi amaliare dal mondo arabo (Allah è grande/Ghedaffi è il suo profeta.... dal pezzo "Punk-Islam").

Certo, erano lontani gli 11 settembre e il terrorismo strisciante attuale e francamente non so se oggi come oggi, certe posizioni sarebbero tutte condivisibili (vedi il brano "Palestina"(PROCLAMAZIONE DI INDIPENDENZA, ma quale??) o "Inch'allah- ca va") o addirittura commerciabili ma risentire la "durezza" lirica di certi versi e la "illuminante provocazione suggestiva" di certi passaggi fa riconsiderare il gruppo nella sua intera esperienza musicale durata SOLO CINQUE ANNI IN CUI HANNO STRAVOLTO TUTTA LA MUSICA ITALIANA.

L'originalità del gruppo poi, fu l'inventarsi un "punk d'importazione" tarato sulla lunghezza d'onda italica e lontano dai riferimenti anglosassoni che gli diedero i natali, ponendo la rossa emilia al centro del loro universo politico e sociale. Nel 1989, suonarono a Leningrado e a Mosca (nelle loro "amate terre") i loro ultimi concerti in piazze gremite di soldati in divisa.... al termine del concerto i CCCP intonavano l'inno sovietico "A Ja Ljublju SSSR" e davanti all'intero palazzetto in piedi inquadrato il gruppo capirà di essere giunto al capolinea.

"Dopo "A Ja Ljublju SSSR" che altro potevo chiedere? Cos'altro potevamo raggiungere?» (G.L. Ferretti)
Il gruppo si sciolse e da lì, in un escalation al contrario, arriveranno i C.S.I. e i successivi P.G.R. ormai quasi alla deriva.

Insomma... un disco che ha valore di una "testimonianza storica" e che ci fa capire che in Italia, ci fu anche un momento che si poteva osare senza essere per forza allineati all'industria musicale della canzone sanremese italiota e cantare allo stesso modo "Un'erezione un'erezione un'erezione un'erezione triste /Per un coito molesto per un coito modesto per un coito molesto /Spermi spermi spermi spermi indifferenti /Per ingoi indigesti per ingoi indigesti per ingoi indigesti" con una coscienza e una lucidità che facevano passare in secondo piano la presunta volgarità di versi assolutamente impossibili da mettere in bocca a qualsiasi altro cantante italiano ma che pronunciati da un Ferretti diafano e allucinato come pochi, assumevano una dignità estetica che detta ancor oggi scuola.

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