1989, Weston Beach -super-Mare. Quattro tracce, zero compromessi. Il shoegaze prima del shoegaze. Only Shallow in culla con orsacchiotti di peluche.
Ecstasy apre come una porta socchiusa e con quel riverbero di chitarre che si dissolve. Ballando stanchi e fissando il vuoto di quelle Doc Martens, statue inerti nella sonnolenza. Bassline che pulsa come un rivo strozzato che gorgoglia. Il cuore in apnea. Sheila, lasciami entrare, anche solo per provarle. Quelle Doc Martens nere, lucide, sembrano fatte per camminare, soffici, dentro questo brano.
Guilt è più diretta, ma non meno liquida. Garage psichedelico che si tuffa nel delay. Tu, rossa e conturbante, senti, pieghi le scatole con grazia dentro sto showroom abbagliante. Io, fuori, ti imploro un apericena shoegaze appollaiato sulla vetrina smerigliata di brina.
Die Die Die è il rumore che precede il sogno. Un mantra fuzz, un’eco di Stooges e sogni distorti. Sheila, ti prego, solo cinque minuti. Ti racconto dei Chapterhouse che suonavano solo cover, prima di trovare la propria voce. Ti piace Lady Gaga...? Bene…partiremo allora da zero.
See That Girl chiude come un’onda che si ritira. Ride, Spacemen 3, e l ’Inghilterra come Diana, che non c’è più. Tu sorridi, e il tuo rossetto sa di rive gauche e distorsione. Io ti offro un gin tonic e un vinile da ascoltare insieme.
Queste demo, dimenticate, riesumate da Christian Savill (Slowdive), sono il rumore prima del rumore. Sheila, se mi lasci entrare, ti racconto come si può vivere per sempre in un delay infinito.
Mai trovato una che s’intrippava con lo shoegaze .
Elenco e tracce
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