E' facile cadere nella trappola degli hipsters. Soprattutto quando i dischi marcati in questo modo sono di alta qualita'.

Queste quattro squinzie a stelle e striscie giunte alla loro seconda fatica, firmano l'album perfetto, tra indie rock rumoroso e ipnotico al punto giusto, approccio lo-fi alla Pitchfork e melodie memorabili. Le chitarre sono ruvide, la batteria dinamica e il basso baritonale. La voce riverberata e quasi stonata e i testi post-femministi. Gli ingredienti ci sono tutti.

Parte Drone, la prima traccia. Lenta, ripetitiva e ipnotica. Semplicemente perfetta. Cool sluts singolo ironico e pop prosegue il disco fino alla violenta e foxcore The thing memore delle migliori L7 e alle malinconiche e melodicissime Joke e Lydia (cantata dalla seconda chitarrista omonima).

Chiude la title-track. Parte immobile come un'elegia rock d'altri tempi (tra Nico e Slowcore nell'era degli anni 10), declama un ritornello punk bubblegum e chiude ripetendo il suo titolo fino all'ossessione.

Non e' una pietra miliare innovativa, ma affascina e resta in testa di sicuro.


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