Quando il trash giunge a questi limiti, ci si deve arrendere e votare per la simpatia. Luca Medici, alias Checco Zalone, ha abilmente sfruttato il periodo delle intercettazioni per sfornarci questa bella canzoncina, la quale naturalmente non vuole avere alcuna utilità musicale (ciò sarebbe da matti, è vero che c'è ben di peggio, però...), ma solo ironica.
Inutile dirvi che quest'estate a Castelvolturno (CE), luogo in cui vado in villeggiatura, mettevano quest'accozzaglia di parole e suoni ogni giorno, ora, minuto, secondo, frazione di secondo, decimo di secondo, centesimo di secondo e millesimo di secondo (ora basta, sennò mi mandate affanculo), per la felicità di chi campa di questa musica (cantanti neomelodici tipo Raffaello e Alessio), i quali, purtroppo sono davero tanti, compreso mio cugino 21enne. Che amarezza, direbbe il buon Giulio Cesaroni (Antonello Fassari).
Musicalmente parlando, in questa canzone ci sono suoni creati da chissaquale scassarola di consolle dopata e manomessa sai neomelodici, per Giove! Suoni banalissimi e naturalmente orecchiabili, tant'è che pure i cani sulla spiaggia li riproducevano (e secondo me li facevano pure meglio). Beh, il testo è abbastanza originale e soprattutto veritiero ("Grande Luciano Moggi, dacci tanti orologi agli albitri..."), naturalmente sgrammaticato, quasi volessere prendere in giro a noi napoletani (Checco Zalone è barese). Vabbè, il ritornello lo conosciamo tutti e mi pare non ci sia bisogno di citarlo. Fa davvero pena però vedere, come ho detto prima, tante persone che cantano questo brano non perchè li diverta, ma perchè lo considerano davvero bello.
A questo punto mi chiedo: dove sono andati a finire tutti quei napoletani che ascoltano musica seria che vada oltre la città almeno e che sia anche internazionale? Lo so, com'è la situazione a Napoli in questi giorni, questo potrebbe sembrare poco importante, ma credetemi, se la gente cominciasse ad ascoltare buona musica, si arricchirebbe anche culturalmente e molte cose cambierebbero.
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