Disco fondamentale e seminale dei filoni goth-rock e death -rock, "Only theater of pain" fu firmato nel 1982 dall'esordiente band californiana dei Christian Death. Band destinata poi ad alterne fortune e a un inglorioso declino. Pur tuttavia, grazie a questo album e ai successivi realizzati con il cantante e songwriter Rozz Williams (ovvero Roger Alan Painter) prima della scissione i Christian Death si conquistarono negli anni '80 un posto di rilievo nella scena goth. E questo disco d'esordio è stato uno tra i primissimi a stabilire e definire il sound e gli stilemi del genere, grazie all'impronta chitarristica di Rikk Agnew - già fondatore del gruppo hardcore punk Adolescents - e al cantato rauco e disagiato di Williams che recitava le sue litanie di morte e di visioni sospese tra il surrealismo e le correnti esoteriche più estreme. Rikk Agnew, in particolare, assieme a Daniel Ash dei britannici Bauhaus inaugurò un nuovo corso dell'approccio sulle sei corde, con un uso massiccio di effetti sommati alla distorsione, conferendo ai brani una dimensione psichedelica rivestita di sinistre suggestioni dark. Un nuovo corso che ha influenzato per almeno un ventennio moltissimi musicisti non solo del panorama gotico. Associato ad un look inequivocabilmente horror-gotico, quel tipo di sound marcò per sempre il confine tra il punk della prima ora e la sua evoluzione più ovvia: lo spirito anarcoide e asociale che strillava ribellione a tutti i costi contro il sistema e l'omologazione si trasmutava in angoscia e depresso rifiuto, spostando sui temi del suicidio, del satanismo gnostico, dell'allucinazione rituale quella stessa ribellione al sistema.

Ecco allora che i titoli e i testi dei formidabili e impattanti dieci brani dell'album assumono una profondità che va oltre il semplice senso di provocazione. Rozz Williams, androgina creatura inquieta che morirà suicida nel 1998, scandisce i suoi versi mortiferi sui riff rabbiosi e sulle divagazioni stridenti di Agnew, sostenuti dalle lineari ed efficaci linee di basso e batteria di James McGearthy a George Belanger. Arricchite da citazioni colte, riferimenti biblici ed enigmatiche frasi scritte al contrario, le liriche portano l'ascoltatore in una dimensione oscura che sfiora la cultura europea e la contrappone con un effetto dissacrante all'idea solare e benestante della West Coast americana. Terra di cinema e di edonismo in cui una band nera e teatrale come i Christian Death non poteva non attirare l'attenzione. Da "Cavity" a "Stairs", da "Spiritual Cramp" a "Romeo's distress" (forse il brano più famoso del disco), passando per la mirabile "Burnt offerings" (la più incisiva per lo stile chitarristico) i Christian Death tessono la loro trama di inesorabili nere profezie e culminano con la sperimentale "Prayer" questo loro viaggio sonoro che lascerà il segno.

"Only theater of pain" darà vita poi a una sorta di remake europeo grazie alla label francese Invitation Au Suicide (con una violentissima copertina su cui campeggia il dipinto "Andromaca" di Rochegrosse) che ristampò la versione originale dell'album e quindi pubblicò un EP intiolato "Deathwish" che contiene nuove versioni di tre brani più altri tre brani inediti.

Il titolo originale dell'album nella sua versione iniziale riporta la parola "theater" secondo la grafia statunitense, mentre tutte le versioni ufficiali successive ripottano "theatre" all'inglese.

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