Germania 2012, Christian Loffler giovane DJ e musicista techno-ambient esordisce con questo album, contenente 12 brani di pura intensità melodica; così raffinati e pieni di colorazioni ambientali mai banali, che ad ogni passo risveglia i sensi e sorprende per la fantasia delle esecuzioni.

L'elettronica è di stampo classico, ma con una potenza espressiva molto personale, che arricchisce l'album di continua ricerca estetica.

La musica mai prepotente, conduce l'ascoltatore in un sogno di quasi settanta minuti, rimanendo sospesi, senza mai perdere quota, verso gli angoli più remoti di questa foresta.

La foresta, catturata in un sogno, come metafora della vita, del nostro incedere silenzioso in quell'inconscio che si perde tra paure,speranze,ansie, felicità.

La foresta ci rimanda ad un mondo del nostro io, che non vuole essere svelato, dove di nuovo ritroviamo sensazioni, colori, odori che ogni volta credevamo persi.

E al risveglio, di questo luogo ricordiamo ogni attimo vissuto, ogni colore percepito, ogni essenza respirata.

Album bellissimo; tra i migliori del genere usciti nel 2012 che io abbia ascoltato. I brani più suggestivi: "The Forest", "Pale Skin", Ash & Snow","Blind", "Eisberg"

A qualcuno potrà sembrare tardi recensire un disco dopo 5 anni dalla sua uscita, ma considerato che, sul sito dopo la recensione di Black Stardust, non ha avuto la meritata visibilità nel Maggio 2013, vorrei dare il mio contributo.

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