Quando hai a che fare con lavori del genere, il timore che si ha è quello di non essere all’altezza per descrivere ciò che – fondamentalmente – solo l’artista stesso può sapere. Christine è un progetto nato nel 2015 dalla mente di Marco Landi, polistrumentista già attivo in altri progetti, come quello legato agli Aseptic White Age. In Christine non si va a parlare di metal, rock o quant’altro, ma di un percorso emotivo vissuto dallo stesso artista in prima persona, vissuto nei tre anni di coma cerebrale della madre. Qualcosa di estremamente complesso e straziante, che Marco ha deciso di raccontare in musica attraverso “All Those Years We Weren’t Togheter”, un percorso sviluppato in cinque brani tra sperimentazione, neofolk e musica ambient. All’interno dei suoi brani troviamo tutto l’estro di questo musicista, capace di trasmettere emozioni assai contrastanti in quasi cinquanta minuti totali di disco. Un lavoro che offre molteplici spunti interessanti, che vanno dall’impronta jazz data a ogni singola canzone al fatto di essersi circondato di amici/musicisti capaci di dare un apporto solido alle sue idee, aggiungendoci elementi “esterni” come sax e sitar capaci di rendere ancor più vario ed espressivo l’intero lavoro. Non siamo di fronte a un progetto immediato o tendenzialmente commerciale, ma bensì a qualcosa di nicchia che sa regalare grandissime emozioni a chiunque gli dia una chance, qualcosa che coinvolgerà non poco chi la musica la vive in prima persona da musicista e chiunque abbia avuto la sfortuna di avere a che fare con aspetti della vita complicati come quello vissuto da Marco. Emozionante.

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