Essere uno dei gruppi più importanti del genere e non venire mai considerati tali. Questi erano i Cirith Ungol capostipi di un certo modo di fare epic, quell' heavy malato, malsano condito da una voce che ad un primo ascolto potrebbe sembrare inadeguata e disgustosa ma che si adatta in modo perfetto al genere proposto. L'album in questione è datato 1981 e risponde al nome di "Frost and fire" primo platter del gruppo americano fondato dal bassista Grag Lindstrom e dal chitarrista Jerry Fogle nell'ormai lontano 1972. Conseguentemente Michael Flint prese il posto di Grag al basso ed egli incominciò ad occuparsi della chitarra ritmica e delle parti di tastiera. Come cantante venne scelto Tim Baker. Il timbro vocale è riconoscibile già ad un primo ascolto grazie al suo scream che non è pero "lacerante" e "inferocito" come lo sarà nei dischi successivi.

Già dall'iniziale titletrack si percepisce lo spirito hard rock dei nostri (rintracciabile anche nel fatto che prima di intraprendere la loro carriera suonavano cover dei Beatles e il loro genere era il rock-folk).

"Frost And Fire" rimanda ai primi Black Sabbath con il suo inconfondibile riff anni 70 e l'incedere che mi riporta in mente gli AC/DC. L'album è composto da canzoni grezze prive di barocchismi e orchestrazioni tipiche dei gruppi odierni. Su tutto questo si erge la maestria musicale di Jerry Fogle che dimostra tutte le sue intuizioni geniali e il suo talento.

Lo stile dei Cirith Ungol è ancora da definire ma già si intravedono lampi di classe: inconfondibili i riff, strutture delle song lineari e semplici ma non per questo meno avvincenti. Originalissima la track "What Does It Take" psichedelica e sognante con un riff immortale e impreziosita da spettacolari synth che la rendono uno degli highlight dell'album.

Un album che vive di emozioni. Come non citare il decadente incedere di "I'm Alive", il trascinante chorus di "Edge Of Knife" che ti entra subito in testa e lo spettacolare hard-rock di "Better Off Dead" song impreziosita da un grande lavoro al basso di Flint.

Per ultima (ma non per ordine di importanza) ecco giungere la magnifica ballata strumentale "Maybe That's Why" il capolavoro dell'album. Chitarre che si intrecciano creando melodie sognanti, song piena di pathos e sentimento cui fa da cornice il testo (non cantato) che parla di un amore ormai perduto... immortale...

Un album che non è propriamente epic (soltanto la titletrack ha liriche di quel tipo), ma che introducerà il modo di suonarlo, di viverlo di amarlo...

Frost and fire è anche questo. E' tutto e niente, il bianco e il nero, la luce e le tenebre, il ghiaccio e il fuoco...

1- Frost and fire (3:35)

2- I'm alive (4:58)

3- A little fire (3:46)

4- What does it take (3:36)

5- Edge of knife (4:30)

6- Better off dead (4:46)

7- Maybe that's why (6:15)

Elenco tracce testi e video

01   Frost and Fire (03:35)

The tales that speak of frost and fire
The Frost Monstreme and the Fire Divine
The frost preserves and the fire destroys
Like pouring rain on the sands of time

I feel it burning and I feel the freeze
The frost, the fire, it burns inside of me

The tales that speak of frost and fire
The guardian angels and the demons of night
The power preserves and the Beast will destroy us
Like gathering darkness in the circle of light

I feel it burning and I feel the freeze
The frost, the fire, it burns inside of me, yeah

I feel it burning and I feel the freeze
The frost, the fire, it burns inside of me

The tales that speak of frost and fire
Tales of all the souls that fell
Words that burn and words that chill us
Like laughter kinding in the heart of Hell

I feel it burning and I feel the freeze
The frost, the fire, it burns inside of me
It burns inside of me, it burns inside of me

02   I'm Alive (04:58)

I shiver when I remember
The things that I have seen
I know the light, I know the Night
I have walked with things unseen
I have been a king invincible
I've been the poorest of the poor
I've pulled the mighty from their thrones
And laughed at Death's own door

'Cause I'm alive, I'm alive
I'm alive, I'm alive

I roamed the world in search of life
Death followed in my wake
I searched for truth, I want the truth
And learned more than I could take
I've walked the roads of mystery
And it's aged me much too soon
I've paied the piper and I've paied him well
But he still calls the tune

I'm alive (4x)

I shiver when I remember
The shadow of the past
The lonely ways, the lonely days
When every breath might be my last
I lost my heart, I lost my soul
By every hand betrayed
But I've still got strength, I've still got life
And that will never change

'Cause I'm alive, I'm alive
I'm alive, I'm alive

I'm alive (5x)

03   A Little Fire (03:46)

04   What Does It Take (03:37)

05   Edge of a Knife (04:29)

06   Better Off Dead (04:46)

I'm tired of beeing the odd man out
I speak with a whisper and feel with a shout
I feel out of tune, I feel out of key
I feel like I'm missing a part of me

I've got a lot on my head
And my condition's read
I think I'm better off dead
Sometimes

Some people say that lightning never strikes twice
But I've been hit more than once in my life
I've been taken in so many times
A thousaint promises, a thousaint lies

I've got a lot on my head
And my condition's read
I think I'm better off dead
Sometimes, sometimes

Sometimes I take a look at the world
And sometimes I take a look at the girls
I'm just a spectator, I don't get involved
I've got too many problems of my own to solve

I've got a lot on my head
And my condition's read
I think I'm better off dead
Sometimes
I've got a lot on my head
And my condition's read
I think I'm better off dead
Sometimes, sometimes

07   Maybe That's Why (06:15)

Instrumental


  • Bartleboom
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Per un certo periodo l'ho ascoltato anche più dei suoi successori. Oggi ho la tendenza a considerarlo il più debole della loro discografia: troppo datato nel sound e ancora troppo poco originale, troppo tradizionale e ancora troppo poco malato. Il meglio lo daranno con i due dischi successivi. In ogni caso, una delle più gradi band del medal. Ripeto quanto scritto altrove: la loro Nadsokor è tra le 10 canzoni heavy medal più belle di SEMPRE.
  • ConteDeSade
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Ci credo che non hanno avuto successo, con quella serie di copertine di merda in stile coprofantasy che neanche in edicola a prezzo scontato.La rece non è proprio una monnezza, ma neanche da far urlare d'orgasmo.
  • ConteDeSade
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    i Voti
  • cynic
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    "coprofantasy"? e questa dove l'hai tirata fuori?
  • PurpleFaith
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    pienamente d'accordo con il recensore, o tolkienesi Ungol sono assai poco conosciuti e molto molto sottovalutati. Cmq di loro preferisco One Foot In Hell del 1986 che come diceva Bartleboom contiene Nadsokor che è veramente un capolavoro
  • psychopompe
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    nel mio passato metal questa copertina mi attirava, proprio perchè non la capivo. Sì insomma nome ispirato a Tolkien e immagine del disco che ritrae Elric di Melnibonè di Michael Moorcock. Il diavolo e l'acqua santa del fantasy.
  • Hellring
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    lasciarsi ingannare dalle copertine è uno di quei pregiudizi che cercherei di evitare...
  • Bartleboom
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Delle illustrazioni di Whelan mi è sempre piaciuto il modo in cui rappresentava Elric: secondo me c'accezza proprio con il personaggio! Non ho mai capito, però, perchè i Cirith Ungiol abbiano finito per utilizzare alcune delle immagini meno affascinanti della sua produzione.. forse perchè costavano di meno!:DD! C'è da dire che, in generale, i CU hanno sempre affrontato le tematice moorcockiane a loro modo: la stessa Nadsokor, a pensarci bene, pur parlando in generale del personaggio di Elric, ha come il titolo il nome della città puzzolente!:DD!
  • ConteDeSade
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    @DrillHellRingMingThink:le copertine coprofantasy sono ineluttabilmente riferite alle stoppacciose e trite tematiche dei testi. Sta minchiata per dementi pseudo padani del signore degli orelli ha un pò scartavetrato i genitali.Anche negli anni ottanta, prima della trilominchiologia cinematografica.
  • Starblazer
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Band leggendaria, putroppo non sono mai riuscito a trovare dei loro dischi, soprattutto Paradise Lost del 1991 che è un autentica rarità per collezionisti. PECCATO.
  • telespallabob
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Una buona rece per un gruppo che ha fatto dei grandissimi dischi, riguardo all'epic sono tra i miei preferiti. Questo disco non è nulla di speciale, altalenante
  • Dr.Adder
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Buona copertina con delle azzeccate tonalità cromatiche...assomiglia vagamente ai lavori del grande F.Frazetta.
    Saluti cromatici.
  • ConteDeSade
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Toh chi c'è, quella grandissima fungia di minkia preterintenzionale (gia babbo di minkia dell'anno secondo il buon giudice) di Starcoproblazer:quale onore, si segni il mio nome, che il Conte verrà sovente a violentare le sue coprorecensioni, unimamente riconosciute come delle cacate apocrife nonche per offrirle una serie di ripetute socratizzazioni.Riverisco.
  • Barbanera
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Ma che minchia avrà voluto dire il Contessino DeSade?
  • Rooftrampler92
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    Recensione scritta bene. Loro non li ho mai sentiti, strano ma vero; cercherò di rimediare. mi dovrebbe allettare, se si parla dell'epic e del fantasy.
  • ConteDeSade
    2 mag 08
    Recensione: Opera:
    @Barbie:gradisci anche tu una lunga serie di profonde socratizzazioni?
  • Bartleboom
    3 mag 08
    Recensione: Opera:
    @starblazer: va che i loro dischi (LP) ormai li si trova anche su ebay. Forse fai un po' più fatica a trovare questo e paradise lost, ma con un po' di sbattita e danari a disposizione, ormai non dovrebbe essere più tanto difficile. Senza contare che Fogle, nel 98, prima di morire, ha dovuto vendere centinaia di cimeli del periodo d'oro..
  • Recensione: Opera:
    Concordo tutto ciò che dice il recensore. Un gruppo che merita la ristampa di tutti i suoi lavori. L'album in questione ha già grinta da vendere, ma i successivi sono ancora meglio
  • Battlegods
    5 mag 08
    Recensione: Opera:
    Grande band e grande musica, non ci so cazzi! Invito tutti i ragazzini truzzi e Co. di andare a ripescare questi gruppi del passato...questi si ce avevano le palle. Sentite "Deliver Us" dei Warlord, "Open The Gates" dei Manilla Road, i primi dischi dei Cirith Ungol e tanti altri..per non parlare poi di Gamma ray, i primi Helloween, Running Wild e Manowar. La titletrack su tutte.
  • Kembruck
    30 ott 08
    Recensione: Opera:
    Maybe That's Why è il capolavoro del disco, ma anche I'm alive e la title track non sono da meno. Un album molto buono nel complesso, leggermente più tendente all'hard rock rispetto agli album successivi, rudi capolavori di epic doom. Purtroppo è vero nei negozi non ho mai trovato un loro cd, ed è un peccato...
  • Kembruck
    30 ott 08
    Recensione: Opera:
    P.S. LA COPERTINA è FANTASTICA IN TUTTI I SENSI!!!
  • Defender85
    3 nov 08
    Recensione: Opera:
    giù il cappello!! disco acerbo ma molto bello!

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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