"Io sono qui" è il dodicesimo album di Claudio Baglioni. Le registrazioni iniziarono il 4 ottobre del 1993 e terminarono il 4 agosto del 1995. Poco tempo dopo il disco fu finalmente pubblicato.
L'album in questione fu il secondo della serie ‘blu', preceduto da "Oltre" e seguito poi nel '99 da "Viaggiatore sulla coda del tempo". Il termine blu sta a significare che l'artista in questa trilogia ha tratto ispirazione dal mare, in un sogno dove lui veniva dalle acque. Come nelle altre due opere i testi sono più complessi, non eccezionali ma comunque con qualche ottimo spunto. Le musiche sono abbastanza ricercate, gli arrangiamenti medi. La melodia alla Baglioni è praticamente assente.
"Io sono qui" è un album articolato e complesso dove il filo conduttore è il presente, tra la vita e la commedia, tra realtà e film. Le persone sono attori e spettatori, persone o personaggi. Maschere o volti che recitano "nell'unico comune ballo del bene e del male di vivere". Proprio per questi temi, la struttura dell'opera è divisa in tempi cinematografici, intervallati da pause dove Baglioni, accompagnato solamente dal pianoforte e da effetti sonori, descrive scene di un film, appunto.
Esclusi questi "tempi", l'album è composto da 11 canzoni. Quella d'apertura è la fortunata "IO SONO QUI", dove già si accenna a problemi attuali tutt'oggi (tutti in libertà provvisoria..). Si prosegue poi con "LE VIE DEI COLORI", pezzo che ricorda molto musiche medievali, dove l'artista è alla ricerca di un posto e di un luogo imprecisato, probabilmente la via della felicità.
Ecco poi "REGINELLA", con tanto di attacco in napoletano, riprendendo la canzone di Bovio e Lama. Canzone d'amore estremamente complessa, il passerotto è andato veramente molto lontano. Praticamente di simile complessità è "NUDO DI DONNA", malinconica e romantica allo stesso tempo, anche se il risultato è molto uggioso.
Siamo arrivati a "V.O.T." (che si legge vuoti), un messaggio chiaro e inequivocabile contro la televisione di allora ed a quei programmi che oggi sono capitanati da Buona Domenica e Uomini e donne. Successivamente troviamo "ACQUA NELL'ACQUA", scritta in occasione dei Mondiali di nuoto a Roma. Il singolo era già uscito precedentemente all'album. Di sicuro uno dei pezzi più belli. Così come "BOLERO", ritmo molto veloce in una serie incalzante di rime. Qui il tema è la recita, la comparsa di ogni persona sul palcoscenico che è la vita, tra il male e il bene.
"FAMMI ANDAR VIA" è uno dei pezzi più struggenti mai scritti da Baglioni, e si sente. Il brano riesce a trasmettere proprio la malinconia e la voglia di andare da un'altra parte. La stessa malinconia, ma in maniera molto più sbiadita, esce da "MALE DI ME", dove si incontra anche l'inquietudine della ricerca disperata di un amore giusto.
"L'ULTIMO OMINO" è il terzultimo pezzo. Interessante la metafora di un personaggio di videogiochi che lotta per arrivare ad un traguardo, anche se poi, a quel punto, il gioco sarà finito. Segue "TITOLI DI CODA", uno dei brani cui Baglioni è più affezionato e che chiude di fatto l'album, proprio come i titoli di coda fanno in un film.
Elenco tracce testi e video
04 Le vie dei colori (06:11)
O bella mia
io vado via
e non ti porto con me
c'� un viaggio che
ognuno fa solo con s�
perch� non � che si va vicino
perch� un destino non ha...
Un mattone vuole esser casa
un mattino divenire chiesa
ed il matto che c'� in me
che si chiede che cos'�
vuole diventare qualche cosa...
E sar� una strada senza fine
sotto ad una spada o su una fune
a cercare il mio Far West
a trovare il Santo Graal
una corsa brada oltre il confine...
Una luce prender�
per te l� fuori
quando io camminer�
le vie dei colori...
Scaler� le rocce in mezzo al vento
sulle tracce di chi ha perso o vinto
vagher� la mia odissea
nella idea di te mia dea
tagliati le trecce e vai in convento...
Una voce prender�
per te l� fuori
quando io camminer�
le vie dei colori...
C'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un sogno n� un mistero
senza fede n� eresia...
senza le ali di un destriero
senza le onde di un veliero...
Se la sorte rivolesse ci� che ho speso
io forte non sarei per il tuo peso
a volare in un rodeo
a valere nel torneo
della morte ed essere il tuo sposo...
Una pace prender�
per te l� fuori
quando io camminer�
le vie dei colori...
C'era un cavaliere
bianco e nero prigioniero
senza un posto n� un sentiero
senza diavolo n� Dio...
senza un cielo da sparviero
senza un grido di un guerriero...
Io ti lascio senza perderti
e ti perdo un po'
anche se poi
lasciarti � un po' perdermi...
O bella mia
o bella ciao
io sono via
con un pensiero di te immenso
e un nuovo senso di me...
C'era un cavaliere giallo
che rub� un cavallo alle scogliere
ed un cristallo alle miniere di un metr�
sulle ciminiere disegn� un castello di corallo
e al ballo tutto il quartiere and�...
C'era un cavaliere rosso
che sal� sul dosso di bufere
sopra il fosso delle sere di citt�
dietro un cielo mosso di ringhiere dentro il mare grosso
di un braciere d'immensit�...
C'era un cavaliere blu
che cattur� la giovent� di primavere
che port� chimere in schiavit�
liber� le gru dalle lamiere di un cantiere
verso un campo di preghiere laggi�...
Dove arriverai anche tu
camminando le vie dei colori...
12 Bolero (05:52)
la scenografia
dei tuoi appartamenti
buia sacrestia della teatralità
la diplomazia lavabiancheria
dei miei chiarimenti
solita amnesia della tranquillità
la didascalia
dei tuoi atteggiamenti
sacra liturgia della formalità
l'autobiografia enciclopedia
dei miei mutamenti tormenti
meteorologia della scontrosità
e della codardia
e ci baciamo là
sopra il boccascena
dell'ultima cena di chi tradirà
e un'altra volta in più già
ci si uccide la passione
dentro un'auto nel burrone
la spingiamo giù ma
siamo sempre qua
storie in bianco e nero
dove abbiamo solo
un ruolo fisso da comparsa
nelle file di un bolero
e tutto il resto e farsa
noi venimmo qua
facce da straniero
dentro questa scena
oscena per non farne a meno
altro giro di bolero
ed un altro sorso di veleno
la radiografia
dei miei giuramenti
vaga profezia della meschinità
la coreografia scelta simmetria
dei tuoi turbamenti
nuda rapsodia della sinuosità
la tappezzeria
dei miei pentimenti
fiacca parodia della maturità
la cineseria micro chirurgia
dei tuoi sentimenti lamenti
pura maestria della fragilità
e della tirannia
e se il mio cuore sta
fermo alla frontiera
tu ti mostri fiera della vanità
perché‚ ci sono anch'io la
tra i tuoi ninnoli d'avorio
a suonare il repertorio
di un eterno addio ma
siamo sempre qua
chiusi in un mistero
che l'amor sia tutto
e tutto ciò che noi sappiamo
dell'amore che e un bolero
in cui ci muoviamo
noi saremo qua
tra il falso e il vero
il bene e il male
quando voleremo
digitando uno e zero
in una realtà virtuale
o contando il tempo di un bolero
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