Gli album dei Cloud Cult sono come una valanga che ti travolge e ti porta con se in un percorso turbolento dove la distanza tra ordine e disordine è molto debole. Una volta entrati in questo mondo ci si ritrova completamente spaesati di fronte al costante alternarsi di ritmi lenti e veloci, arrangiamenti elettronici e acustici, atmosfere lugubri e solari.
Craig Minowa, il leader del gruppo, ha dichiarato che questo potrebbe essere l'ultimo lavoro dei Cloud Cult. "Feel Good Ghosts", come ci hanno ormai abituato i sei musicisti di Minneapolis, è un Concept Album in cui tutte le canzoni sono studiate per dar forma ad un messaggio lungo quaranta minuti di suggestioni, che non potrà lasciare intatta la sensibilità dell'ascoltatore.
La bellezza e la perfezione della canzone non sono il principale obbiettivo dell'autore. In ogni singolo brano è evidente la centralità della voce e del messaggio che l'autore vuole comunicare. Quasi tutti i brani sono obliqui, storti, contorti; sono canzoni vive, che crescono, si modificano in pochi secondi e spesso finiscono strozzate.
Per questo motivo "Feel Good Ghosts" è un album Alternative-Rock molto emotivo, Psichedelico ma cosciente, con molte influenze Freak-Folk, che conferma ancora una volta i Cloud Cult come una delle migliori band di avanguardia musicale: di avanguardia Rock.
Craig Minowa è un artista e un genio degli arrangiamenti, capace di districarsi con pari disinvoltura in melodie acustiche e atmosfere elettroniche simil Eels. La struttura della canzone non segue mai uno schema monotono. Gli arrangiamenti dei brani sono ricercati al fine di integrarsi con l'emozione che il testo del brano trasmette. Oltre agli strumenti classici, quali tastiere, chitarre e batteria, vengono utilizzati gli archi, gli ottoni, l'organo; il ritmo sporadicamente è scandito da un semplice battere delle mani; le melodie sono, a volte, introdotte da un fischiettio o dal suono di un carion. Si nota inoltre un gran lavoro nella architettura dei cori e delle voci che ricorda gli anni d'oro dei Beach Boys.
L'album parte dall'apparente disordine elettrico di "No One Said It Would Be Easy", brano rock molto rabbioso, con un tema incisivo e insistente della chitarra elettrica. Il pezzo più emozionante e articolato - "When Water Comes To Life" - parte con una melodia orchestrale guidata dagli arpeggi dei violini che ci introduce in una atmosfera enigmatica e tenebrosa, fino a tramutarsi gradualmente in un solare brano pop che si chiude con il ritornello cantato dal coro. Un capolavoro!
Brani Folk-Pop come "The Ghost Inside Our House" o "Journey Of The Featherless" ricordano le atmosfere acustice e luminose dei Belle and Sebastian. Ricompare l'elettricità delle chitarre e dei sintetizzatori in "It's What You Need", e canzoni come "May Your Hearts Stay Strong" e "The Will Of A Volcano" portano l'album in una dimensione molto più cupa e pessimista.
Feel Good Ghosts non è un semplice disco, è una vicenda; e la valanga di suggestioni che comunica si conclude con una toccante ballata finale - "Love You All" - dominata dalla grazia e dall'armonia di un canto corale, con il quale l'autore sembra chiedere scusa per le proprie colpe e da all'intero album il significato di una dichiarazione d'amore per la vita.
Non ci resta altro che sperare non si concluda qui la storia dei Cloud Cult - fortemente segnata dalle vicende personali della famiglia Minowa - che una volta di più si dimostrano outsider e veri e propri fuoriclasse dello scenario Rock contemporaneo.
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